Le sinistre e l’ennesimo laboratorio. Che palle!

Nichi Vendola ci riprova. Dopo Human Factor, adesso è il turno de “La Sinistra che cambia”. Stesse tonalità e stessi contrasti di colore, forse il font è leggermente diverso, ma per il resto siamo lì. Nulla di nuovo.

Eppure Vendola dice di voler fare sul serio questa volta (quindi le altre volte si giocava, mi par di capire).

“C’è bisogno di una sinistra di governo, capace di saper andare oltre le divisioni e oltre gli steccati” ideologico-opportunistici che hanno movimentato la vita a sinistra, nella politica italiana, da ormai anni (aggiungerei io, se proprio devo).

Eppure tutto ciò nasce dall’ennesimo steccato, dall’ennesima divisione tra una parte della sinistra e tutto il resto della realtà che ci circonda. La Via Lattea dei partiti della sinistra pareva ormai fermo nella sua espansione, ma dopo l’ennesimo “non ci sto”, una nuova stella brilla nel cielo. Che si chiami Possibile o SEL o Coalizione Sociale, poco è importante, alla fine ci sarà sempre qualcosa che dividerà uno dall’altro e la ricerca della perfezione, dell’omogenea visione politica porterà sempre ad una frantumazione.

Certo, si potrà ottenere una congiunzione di sigle, di movimenti e partiti in una sola “casa”, ma il cemento con cui quella casa sarà costruita è, diciamocelo, l’ennesima logica di contrapposizione, l’ennesima crociata verso il governo di turno, verso le politiche e le riforme. Bene la contrapposizione politica, ma quando è marcata da una visione chiara di cosa si vuole e di come si vuole realizzarla. Tutto il resto è pura rissa.

Per dirne una, in conclusione, sembra una continua di quel teatrino messo in scena a Roma. Sinistra Ecologia e Libertà aveva chiesto le dimissioni di Marino, come aveva evidenziato il post a nome di Fratoianni, poi fatto sparire, mentre si esultava nel momento in cui le dimissioni arrivarono per davvero, accorgendosi, dopo qualche giorno, che Marino era diventato “l’anti-Renzi” romano e quindi un ripensamento sul Sindaco dimissionario era più che necessario, arrivando addirittura a non dimettersi davanti al notaio per far decadere l’Assemblea capitolina; raggiungendo la fantascienza quando, o per gioco o per qualche problema logico-cognitivo, tramite le agenzie si faceva girare la notizia che Ignazio Marino, prima simbolo del PD e di Mafia Capitale (quest’ultima viziata da una forte ignoranza sul tema), fosse in ballo come possibile candidato delle sinistre nella Capitale.

Roba da matti!

Nell’attesa, assistiamo all’ennesimo cambiamento di una sinistra che non cambia mai.

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