Se sei obiettore, cambia mestiere

Si muore a causa di un aborto, mancato, nel 2016.

La notizia che rimbalza su tutti i giornali, nelle ultime ore, ha dello sconcertante. Immaginare che una ragazza di 32 anni possa essere deceduta a causa di un’infezione della placenta, durante la gravidanza, che ha ucciso prima i due gemelli in grembo e poi la stessa madre, a causa di un non tempestivo intervento del ginecologo che, stando a quanto riportato dai giornali, fosse obiettore di coscienza e che, quindi, non abbia voluto intervenire prima che i due feti fossero morti a causa dell’infezione stessa.

C’è chi accusa e chi difende, come ogni volta. Come ogni caso simile.

Ma se c’è una cosa importante, nel 2016, che dal profondo del cuore mi giunge alla mente è quella di abolire l’obiezione di coscienza, in campo medico.

Qualcuno griderà alla dittatura, alla mancanza di libertà e democrazia, ma io credo che proprio la presenza, nei presidi ospedalieri, di medici obiettori sia, di fatto, fattore di quella mancanza di libertà.

“Se sei un obiettore cambia mestiere, non fare il medico. La tua obiezione non può coinvolgere la vita del paziente che, spesso, non ti ha scelto ma ti ha trovato davanti, nel momento del bisogno”. Questo direi se avessi davanti un medico obiettore incapace di scindere le sue obiezioni con il suo lavoro. Tra i più importanti al mondo.

Parola di Ippocrate. E del progresso.

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