Tag: F-35

  • Non sarò di certo il primo ne, tantomeno, l’ultimo a scrivere di F-35, ma voglio sottolineare un aspetto (noto ai più informati, ovviamente).

    Su La Stampa, qualche giorno fa, Niccolò Zancan ha riportato la sua esperienza nella fabbrica di Cameri (No), nei pressi del vecchio aeroporto militare, dove Finmeccanica, attraverso la Alenia Aermacchi (sotto il suo stretto controllo) e la Lockheed Martin (società americana produttrice di velivoli militari) hanno già tutto pronto per mettere in piedi i primi 5 F-35 assemblati interamente in Italia. Questo lo sapete già, niente di nuovo e se volete potete anche approfondire qui.

    Cosa c’è di strano in tutto questo? Oltre alle folli spese per i tanto citati cacciabombardieri, c’è un ritorno di fiamma, del nostro Paese, per un’azienda che in passato ha scosso il sistema politico, mi spiego meglio.

    La Lockheed Martin è un’azienda leader statunitense in campo aerospaziale e difesa, nata nel 1995 dalla fusione della Lockheed Corporation (operativa dal 1912 al 1995) e la Martin Marietta (sempre di settore aerospaziale, nata a sua volta dalla fusione della Martin Corporation e dell’American Marietta Corporation).
    Fin qui, normale excursus storico dell’azienda partner di Finmeccanica, ma la Lockheed non è nuova per il nostro Paese.

    Il 1° marzo 1979, la Corte Costituzionale si pronunciò nel suo unico processo dinanzi al suo collegio, riguardo uno degli scandali più imponenti degli anni ’70, che portò alla condanna di personaggi ricollegati a Finmeccanica (tra cui l’allora presidente Ovidio Lefevbre – rimasto latitante fino alla morte) e altre personalità di spicco del mondo politico e militare italiano, per un giro di mazzette che avrebbero indirizzato, di fatto, l’acquisto di alcuni C-130 Hercules ritenuti assolutamente non necessari per le Forze Armate.
    Lo scandalo fu così assordante che travolse l’allora Presidente della Repubblica Giovanni Leone, che si dimise il 15 giugno 1978, pur non essendo, di fatto, condannato dalla Corte Costituzionale.

    Questo piccolo ma, a mio avviso, importante scorcio storico dovrebbe aiutarci a capire che nulla viene per niente e soprattutto che la storia, per quello che possiamo credere, è un eterno ritorno dell’uguale, per certi versi, e che niente può essere preso sottogamba, ne tantomeno le folli spese per gli F-35, su cui peraltro il Senato ha ritenuto importante non sospendere il programma. Non è che c’è un ritorno anche in questo rapporto “Italia-Lockheed”?

    Tutta questa voglia di comprare aerei che esplodono ai temporali mi lascia perplesso. Ah! Ovviamente una ipotetica (tocchiamo ferro) vittima di un guasto aereo, magari dovuti proprio ai fulmini, verrà chiamato eroe. Come sempre accade in questi casi.

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    Sugli F-35 non voglio dire cose che sono state già dette, ma vedere il mio partito tentennare su una questione di alta morale pubblica, in un momento così difficile per il nostro Paese, in chiave economica e sociale, mi lascia allibito.

    Cosa ti aspettavi? Direte voi, ma è proprio questo il punto: il Partito Democratico deve assumersi le sue responsabilità e l’opacità che sta incarnando da qui a prima delle elezioni mi lascia un amaro in bocca, perchè nella base la volontà è chiara. Questi F-35 non servono, sono inutili, sono costruiti male, hanno più problemi tecnici di un gabinetto pubblico e costano tantissimo. Mi chiedo cosa spinga il Ministro della Difesa Mauro a dichiarare

    “Sono certo che Governo e Parlamento insieme sapranno garantire la pace, promuovendo un efficiente livello delle nostre forze armate”

    Ora, l’ossimoro eterno “pace-armi” è una storia che annoia persino il bambino più curioso, ma che un ennesimo ministro della Difesa dica cose che ormai sono negli almanacchi della politica da anni, mi fa pensare che nell’ufficio inali qualcosa di molto forte e che questa provenga da qualcosa installata nel suo ufficio, provocando danni cerebrali a tutti quelli che ci mettono piede.

    Poi, se vogliamo metterla sul piano del qualunquismo, vorrei che si cominciasse a riflettere su queste spese, a mio avviso, superflue, visto e considerato che il costo di acquisto dei 90 caccia previsti si attesterà su 14 miliardi di euro mentre il costo “di vita” dell’intero programma supererà i 50 miliardi di euro. Quando una classe politica pensa, 2 o 3 volte all’ora, di aumentare l’IVA (a proporlo fu quello che fece campagna elettorale contro l’IMU) e invece si chiude in se stessa quando, sotto le forbici del Governo, deve passare le spese militari, vuol dire che ormai ha deciso il suo destino.

    Se volete informarvi di più sugli F-35 e delle motivazioni per cui questo progetto debba essere accantonato dal Governo, vi invito a leggere qui.