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    Oggi sulla Gazzetta di Bari è apparso questo articolo sulle elezioni Amministrative che si terranno a maggio a Noci. Inizia con l’incensazione di Stanislao Morea, candidato sindaco del centrodestra, ex-vicesindaco e assessore ai lavori pubblici della giunta Liuzzi, ormai anche questa EX, a causa dello scioglimento dell’Amministrazione Comunale a seguito di dimissioni di massa da parte di consiglieri comunali di minoranza e di maggioranza, facendo mancare, così, il numero legale per far reggere il governo della città fino alla fine del mandato.

    Si parla di un centrodestra compattato (con lo sputo?), dopo che, per mesi, lotte intestine avevano, di fatto, bloccato l’azione amministrativa, in uno stallo che solo l’eutanasia da parte di quei consiglieri sopra citati ha risolto.

    Scorrendo nell’articolo, nelle ultime battute, si scorge una passata frettolosa sulla situazione del centrosinistra nocese, dove viene confermata la candidatura di Domenico Nisi (PD), legittimo candidato, dopo la vittoria alle primarie di coalizione, un mal di pancia da parte di Claudio Novembre, competitor con targa “SEL” sempre alle primarie e l’insider Nicola Lamanna, con rimorchio “Lista Civica-NocièViva“, il quale attraverso diversi comunicati stampa su Facebook lascia trasparire la voglia matta di rompere, forse perchè scontento (?) del risultato della competizione per la scelta del candidato sindaco (è risultato secondo).

    Mi vorrei ricollegare alla frase di Aldo Moro, citata durante la presentazione ufficiale della campagna elettorale del centrosinistra e di Domenico Nisi, con al fianco PD, SeL e Rifondazione Comunista – che non ha presentato nessun candidato alle primarie – (come avrete capito, il quarto pezzo è mancante, per le ragioni di cui sopra), la frase del grande statista parlava dell’insegnamento che bisogna dare ai giovani, partendo soprattutto dal comportamento di chi occupa ruoli di rilevanza, sul piano politico o comunque della classe dirigente in generale. Bene, mi chiedo se l’insegnamento che io stesso traggo da questa vicenda possa essere positiva o negativa: vedere un risultato di una consultazione popolare essere sbeffeggiato con tanta pubblicità mi addolora, soprattutto dopo che, chi ha partecipato attivamente all’organizzazione di quella giornata, ha creduto fortemente nello spirito di quelle primarie – forza, unione, voglia di riscossa.

    Da tutto ciò, tuttavia, traggo le mie considerazioni e le mie riflessioni che esplicito qui, anche indirizzandole verso i diretti interessati: credo che la politica non sia una piazza in cui vendere la propria idea e scappare se questa viene bocciata o messa in secondo piano. Credo che la politica sia lotta, sia credere in un progetto che, se pur non destinatario di quel consenso che ci si aspettava, va portato avanti comunque, condividendolo con altri ed emendandolo di nuove idee che possono arrivare dal contributo di altri. Credo che la politica sia sportività e sia anche e soprattutto accettare la democrazia, vera forza di una politica che vuole rinnovarsi e rinnovare.

    Quanto sta accadendo al centrosinistra nocese è l’esempio lampante di una scarsa propensione al bene comune. Chi ha partecipato alle primarie sia responsabile, non solo chi ha vinto, ma soprattutto chi non ce l’ha fatta, perchè è questo il senso di una scelta che passa dai cittadini: accettare il risultato e, un secondo dopo, cominciare a lavorare insieme.

    Scuse e accuse non servono a nulla, perchè per risolvere un problema, se alla base di tutto c’è la voglia di lavorare insieme, basta una riunione e tutto si normalizza.

    Il mio appello è che si faccia chiarezza e che per una buona volta, si capisca che i personalismi, in questa nuova era per la politica italiana, verranno sempre di più bocciati e che è giunto il momento di lavorare seriamente per dare una seria alternativa ad una città governata per dieci anni da una destra che ora merita le ferie forzate.

  • Mi è difficile pensare che tra i tre e dico TRE (3) senatori nocesi (uno di nomenclatura) eletti in questa tornata elettorale – 2 PDL (Piero Liuzzi e Donato Bruno) e 1 Scelta Civica (Angela D’Onghia) non ci sia stato nessuno che abbia votato, alla Presidenza del Senato della Repubblica, Pietro Grasso, ex-procuratore nazionale antimafia, persona di alto senso civico e difensore a spada tratta della legalità. Anche se pare che qualche “montiano” abbia scelto l’attuale Presidente: se la D’Onghia sarà una tra quei senatori, tanto di cappello, aspettiamo sue conferme.

    L’altra alternativa qual era? Dico era, perchè alla fine, grazie al cielo, Pietro Grasso è diventato Presidente del Senato, assieme a Laura Boldrini, Presidente della Camera. L’alternativa era Renato Schifani, noto in politica e nelle procure, per essere stato accusato di concorso esterno in associazione mafiosa. Non penso serva altro per farvi capire qual era la situazione ieri in Senato. Sul M5S non c’è da dir nulla, se non, dubitare della trasparenza decisionale e del rispetto dei principi costituzionali attaccati quotidianamente dal tandem “Grillo-Casaleggio”.

    Il cambiamento è già iniziato e quanto si è detto fino ad ora, si sta realizzando, passo dopo passo. Ora il governo.