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  • Chiediamo le preferenze per poter scegliere i nostri rappresentanti al Parlamento, ma siamo realmente un Popolo per le preferenze? Siamo tra i Paesi più corrotti al mondo e crediamo che la soluzione al decadimento sia di dare in pasto ai corruttori le Istituzioni. SBAGLIATO!

    Ci ho riflettuto abbastanza questi giorni, sulla legge elettorale, doppio turno, andata e ritorno, spagnola, francese e tedesca. Non starò qui a sindacare, aspettiamo di sapere ulteriori notizie dalla Direzione nazionale di oggi pomeriggio e su come si svilupperà la vicenda nei prossimi giorni.

    Non scriverò, qui, un post contro il sistema o, peggio ancora, contro la classe politica. Sarebbe scontato e forse noioso. La toccherò di striscio, ma la toccherò comunque.

    Tutti vogliono tornare alle preferenze, per scegliere il proprio rappresentante in Parlamento. Idea nobilissima che ho sposato sin dall’inizio, senza indugi. Oggi, però, mi ritorna alla mente un dubbio, acceso dalle parole di Iaia Calvio, nel comizio di denuncia contro la caduta della sua Amministrazione, ma soprattutto da esperienze vissute, in prima persona, durante le elezioni amministrative.

    Vogliamo scrivere il nome sulla scheda elettorale e non sappiamo neanche essere cittadini degni di tale possibilità, di tale potere.
    Vi chiedo: cosa succederebbe se venissero ripristinate le preferenze e alle prossime elezioni il nuovo sistema elettorale entrasse in funzione?Ognuno può rispondere commentando questo post, io vi dico questo: clientelismo allo stato puro.

    Sapete cosa comporterebbero le preferenze? Andrebbe in fumo ogni possibilità per chi non ha fondi sufficienti per poter competere contro coloro, invece, che di soldi ne hanno e ne spendono tanto in campagna elettorale e che trovano nella disperazione della gente lo strumento migliore per poter comprare voti con una 50€ o una ricarica telefonica. Lasceremmo la politica nelle mani dei ricchi. Questa storia deve finire, ancor prima di incominciare.

    Se vi dico questo è perché ho vissuto sulla mia pelle vicende di questo genere, anche più insignificanti rispetto ad un’elezione al Parlamento.
    I candidati corrompono e la gente si lascia corrompere. Mi dispiace dirlo, ma è così ed ogni sussulto di orgoglio da parte vostra lo capirò, ma lo respingerò al mittente, perché noi siamo ciò che vogliamo essere e non abbiamo mai avuto intenzione di migliorare e di cambiare come Popolo.

    Crediamo che l’unica soluzione ai nostri problemi sia quella di bacchettare la classe politica. Sbagliato.
    La classe politica ha centinaia di migliaia di colpe e dovrebbe essere presa a calci nel culo, senza distinzione di sesso, razza e stelle. Chi è immobile merita di tornare a casa e di rimuginare sui propri fallimenti e chi pensa che criticare sia già abbastanza, deve essere scaraventato in una casa di cura psichiatrica e rendersi conto del grande spreco di forze che c’è nel criticare e nel non mettere in pratica le proprie ragioni.

    Non siamo un Popolo per le preferenze, noi meritiamo che qualcuno decida per noi e, certo, che quel qualcuno si assuma le sue responsabilità. Suppongo che, se l’incapacità degli eletti non fosse stata tale da far infuriare l’opinione pubblica e se le segreterie dei partiti fossero state più illuminate, non ci troveremmo in questa situazione.

    Posso dire che la situazione attuale all’interno del PD è tale da poter benissimo controllare uno per uno chi si candida alla Camera e al Senato e sbattere la porta in faccia agli opportunisti e ai doppiogiochisti. Servono partiti illuminati, per poter realmente cambiare questo Paese.

    Prima di ripristinare le preferenze, dobbiamo ripristinare noi stessi e cambiare cultura e stile di vita, non fare i furbi o lasciarci comprare dal politico mafioso che viene a chiederci il voto in cambio di soldi.
    In un Paese con un Popolo orgoglioso e sveglio, quell’individuo ora starebbe in carcere, mentre in Italia siedono nei Consigli Comunali, Provinciali, Regionali, al Parlamento nazionale e al Parlamento Europeo. Decidono per noi e contro di noi, per loro e i loro amici. Iaia Calvio non ha detto niente di nuovo, ma ha scoperchiato un pezzo d’Italia, del Sud, denunciando.

    Ecco, non ci meritiamo di scegliere. Forse, non ancora.

  • Cambiano come il vento, secondo gli umori dei due leader, le posizioni del Movimento 5 Stelle, proiettandolo fuori da ogni processo riformista e quindi fuori dalla Storia del Paese.

    Uno scempio bello e buono. Non tollero chi tentenna, soprattutto se lo fa per i suoi sporchi interessi, sguazzando nella, ormai tanti qui citata, ipocrisia.

    Beppe Grillo torna a farmi ridere, solo che non lo fa in veste di comico, ma di leader di una forza politica.

    Il Movimento 5 Stelle ha votato a favore della mozione Giachetti, tanto sbandierata contro il Partito Democratico, giustamente, che aveva votato a sfavore della sua approvazione, di fatto, lasciando il porcellum dov’era.

    Ora i 5 Stelle tentano di porre i freni ad un ennesimo tentativo di modificare questa legge elettorale, in maniera ipocrita rispetto alle tante dichiarazioni dei “cittadini a 5 stelle” in Parlamento.

    C’è la possibilità di un ritorno al Mattarellum e il movimento di Grillo frena. Le motivazioni sono date dall’esigenza di attendere il feedback degli attivisti che devono visionare la proposta ed emendarla.

    Due cose ribadisco e giro agli attivisti e sostenitori del Movimento 5 Stelle, oltre che a Grillo e Casaleggio:

    a. se i partiti sono fuori dalla Storia, voi siete fuori dai tempi, perché non può essere, per nessuna ragione al mondo, un meccanismo interno di decisione a rallentare il cambio della legge elettorale. Tutto è meglio del Porcellum, potremmo dire in extremis. Tutto. Il Parlamento Italiano deve ritornare ad essere un luogo di eletti e non di nominati dalle segreterie di partito, altrimenti hanno ragione i Simpson quando dicono che il Parlamento italiano è corrotto.

    b. Grillo e Casaleggio sanno con certezza assoluta che l’attuale legge elettorale garantisce la possibilità al M5S di poter contare solo ed esclusivamente sull’immagine che da Roma (o meglio, da Genova) verrà data al movimento, senza dover fare i conti con il territorio e quindi con ogni singolo candidato che, in molte occasioni, si ritroverebbe a doversi confrontare con altri candidati molto più preparati e magari più validi (dirlo non deve essere oggetto di vergogna o un eresia, perché è così!). In parole povere, addio al populismo.

    Ma tolto il porcellum e il populismo, quale peso avrebbe in Parlamento il Movimento 5 Stelle?

    Le parole di Grillo, ora, gli si ritorcono contro:

    1. Rifiutata la possibilità di essere parte di un governo del cambiamento proposto da Bersani, rifiuto che ha portato alla giustificazione politica (come è scritto nello scandaloso libro di Geloni/Di Traglia) del governo delle larghe intese;
    2. Aver bruciato, di fatto (a causa del troppo orgoglio e della poca propensione al dialogo), la candidatura a Presidente della Repubblica del Prof. Stefano Rodotà;
    3. Impantanati in un sistema decisionale interno fittizio, dove su tematiche delicata gli unici a prendere una decisione sono Grillo e Casaleggio, per di più causa di perdita di tempo (vedi la questione sulla legge elettorale);
    4. Soggetti a virus mutante, secondo gli umori del guru, su temi cardine e di estrema attualità (vedi sempre questione legge elettorale).

    Ne ho elencati 4, ma una cosa è certa, a causa di questi enormi problemi, il Movimento 5 Stelle sta uscendo dalla Storia del nostro Paese e forse, non è mai entrato, sul serio.

  • tra il Porcellum e il Mattarellum. Così, giusto per capire cosa è successo alla proposta di Giachetti sul ritorno al Mattarellum che aveva ricevuto abbastanza consenso prima della votazione ma che poi si è trasformato in un nulla di fatto.