Era il 2 novembre 1975. Pier Paolo Pasolini veniva ucciso barbaramente e ritrovato nella periferia di Roma, senza anima. Lo voglio ricordare con un suo scritto che mi ha lasciato senza parole, per la grande capacità di descrivere il futuro.
![Pier Paolo Pasolini a Roma, nel 1967. (Franco Vitale, Reporters Associati & Archivi/Mondadori Portfolio)](https://i0.wp.com/www.davidemontanaro.it/wp-content/uploads/2016/11/14956524_1315055531879804_1322360958487105656_n.jpg?resize=960%2C947&ssl=1)
«Prevedo la spoliticizzazione completa dell’Italia: diventeremo un gran corpo senza nervi, senza più riflessi. Lo so: i comitati di quartiere, la partecipazione dei genitori nelle scuole, la politica dal basso… Ma sono tutte iniziative pratiche, utilitaristiche, in definitiva non politiche. La strada maestra, fatta di qualunquismo e di alienante egoismo, è già tracciata. Resterà forse, come sempre è accaduto in passato, qualche sentiero: non so però chi lo percorrerà, e come.»
— Da un’intervista rilasciata a Luisella Re su Stampa-Sera nel 1975.
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