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  • Una volta si diceva che erano i panifici, le pizzerie ed i ristoranti ad avere la meglio sul mercato, a non aver mai conosciuto crisi, prima le persone erano bendate dal cibo, ora invece è la dea bendata ad avere la meglio, dea però che non bacia tutti e non in tutta Italia. La psicologia del giocatore non è sbagliata, almeno non del tutto. La politica non riesce a dare sicurezza alle famiglie, ai precari e ai disoccupati. Migliaia di famiglie non riescono ad arrivare a fine mese e le spese aumentano sempre di più. Dalla spesa alle tasse universitarie, passando per la benzina e il gas, tutto aumenta e nessuno riesce a spiegare perchè. Vi ricordate lo slogan di Berlusconi? “Abbasseremo le tasse a tutti”, quel tutti mi rende perplesso e soprattutto dispiaciuto per un sistema tasse che di giustizia sociale non ne ha vista nemmeno un po’. Bene abbassare le tasse (mai accaduto), ma abbassarle a tutti proprio no. Si pone la questione dell’uguaglianza sociale come uno strumento per giustificare i “favori” alle classi più ricche.

    La questione delle tasse è importante, l’ex-ministro Padoa-Schioppa lo diceva bene, il suo “tesoretto” era invidiato da tutti. Nel precedente Governo Prodi, la buonanima del Ministro dell’Economia aveva dato vita ad entrate extra, derivanti dalla lotta all’evasione e agevolando gli affitti per i giovani, con lo slogan da lui coniato “mandiamo i bamboccioni fuori di casa“. Come non ricordare anche le parole pronunciate durante l’intervista ad In Mezz’ora di Lucia Annunziata: “Le tasse sono una cosa bellissima, un modo civilissimo di contribuire tutti insieme a beni indispensabili quali istruzione, sicurezza, ambiente e salute“, accadde il putiferio dai banchi del centro-destra e lecchini al seguito, ma questa è un’altra storia.

    La situazione paradossale la troviamo con l’abolizione dell’ICI sulla prima casa (Imposta Comunale sugli Immobili), da parte del Governo Berlusconi, il governo del popolino. Proprio con questa catastrofe economico-politica inizia il problema delle casse dei Comuni. La situazione pare essere ottima per le tasche degli italiani, peccato però che i soldi da lì sono stati persi ma sono stati recuperati, sottobanco, dalle altre imposte, tra le quali gas, luce, acqua e chi più ne ha più ne metta, di aumenti ce ne sono stati e pure parecchi.

    L’italiano però nel 2010 ha perso la speranza, risparmiare sulla prima casa non è servito a nulla, ingolfato nei problemi economici era ed è rimasto. Anche il giochetto della seconda casa intestata al figlioletto non è riuscita a garantire stabilità alle tasche dei cittadini. L’italiano medio si aggrappa al gioco d’azzardo, aumentano sempre di più gli “spennati” da questi giochi senza mai fine. Le sale giochi spuntano come funghi, ora il business si è spostato sulla sofferenza post-gioco. Compagnie altolocate del settore giocano con la psicologia delle persone. “Vuoi vincere facile?” “Cosa aspetti? La dea bendata ti attende” o peggio ancora creando sistemi di vincita complessi, come ad esempio una sala bingo e tutti i suoi premi, in base al numero di palline estratte o in base all’ora dell’estrazione. L’AAMS (Amministrazione Autonoma dei Monopoli di Stato) ha creato il bollino qualità anche per i siti di gioco on-line: hanno legalizzato il poker online, i casinò sul web, modi più veloci per attirare e spennare gente, anche di una certa età (parlo di ragazzi di 14 anni).

    La sofferenza porta a tutto anche a creare il gioco delle totonomine e devo dire che a Napoli e altri posti d’Italia c’è chi ci gioca, anche seriamente. Ci manca solo che alla nomina del Papa, o alla vincita delle elezioni politiche, vengano associate scommesse. Ah no, quelle già ci sono!

    In che mani finiremo? In quelle della dea bendata? O dello Stato bendato?

    Articolo su Repubblica Milano