“Amm scassat!”

de magistris presepe napoletano

Così diceva De Magistris, appena eletto sindaco di Napoli (dopo l’esperienza al Parlamento Europeo, nelle liste dell’IdV, sostenuto in campagna elettorale da Beppe Grillo e dal suo blog) e la notizia, di qualche giorno fa, della condanna  dell’ex magistrato per abuso d’ufficio durante il processo Why Not, che istruiva, ormai non mi stupisce affatto.
Ma la cosa che mi stupisce è il grande balzo (in avanti? No, indietro) di De Magistris, sul rispetto verso le Istituzioni, verso la Magistratura.

La Legge Severino parla chiaro: sei stato condannato e ricopri un incarico pubblico elettivo? Ti devi dimettere (o sospendere).
Questa regola l’hanno vissuta moltissimi eletti, in tutta Italia, tra cui spicca il più illustre, Silvio Berlusconi, decaduto dal Senato dopo la condanna per frode, nel 2013.

Perciò, De Magistris dimettiti. Fai una bella (ultima) figura, visto che Napoli non è stata amministrata affatto bene e l’unica cosa di cui dovresti preoccuparti, oggi, è di preservare un briciolo della tua dignità. Anche perché, come spiega il Presidente Pietro Grasso:

«De Magistris valuterà al meglio la situazione. Sa benissimo che se non lo dovesse fare ci sarebbe comunque un provvedimento da parte del prefetto non appena si renderà esecutiva oppure si depositerà la motivazione»

O anche Marco Travaglio, nel suo editoriale sul Fatto Quotidiano, che pur riconoscendo l’innocenza di De Magistris dice:

«Dopo la condanna in primo grado per abuso d’ufficio a 1 anno e 3 mesi, Luigi De Magistris deve lasciare la carica di sindaco di Napoli. Perché è giusto così e perché la legge Severino stabilisce la sospensione senza possibilità di scappatoie (che sarebbe anche poco decoroso imboccare, magari in attesa che il prefetto lo iberni fino all’eventuale assoluzione d’appello). Sono decine i consiglieri regionali, provinciali e comunali sospesi o rimossi per una condanna in primo grado o per una misura cautelare. E la legge è uguale per tutti, come De Magistris ben sa, avendo fatto della Costituzione il faro della sua vita professionale, prima da pm e poi da sindaco»

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