Categoria: Politica


  • Lo sviluppo dissennato

    Nell’800 si pensava che nel 2000 le macchine agricole avrebbero lavorato senza che l’uomo stesse alla guida, detto fatto, ci sono voluti 2 secoli per avere strumenti del genere. Siamo nel 3° millennio e di sviluppo ne abbiamo visto fino al collo, forse fin troppo, forse poco utile e poco indirizzato al miglioramento del nostro “vivere”. La crescita della medicina ha reso il campo sanitario pronto a qualsiasi malattia, a qualsiasi intervento. Per non parlare dello sviluppo delle biotecnologie o della zootecnica, che hanno dato vita a veri e propri salti di qualità del sistema produttivo del nostro Paese.

    Lo sviluppo però è sinonimo di costruzione, di progettazione, di creazione di interi spazi abitativi. Il piano di assetto idrogeologico viene poco considerato, basti vedere le catastrofi a Messina e altre parti d’Italia, in cui a causa di una pioggia, intere abitazioni sono state spazzate via dal fango e dai macigni. Per non parlare degli enormi crateri che si vengono a formare quando, chissà come, chissà perchè, interi palazzi spariscono del tutto, sprofondando nel sottosuolo. Lo sviluppo nel nostro tempo è sinonimo di cannibalismo del territorio, del gettare cemento su cemento e terra, di progettare strade, ponti, case, palazzi, luoghi che mai e dico mai, saranno utili alla cittadinanza e mai potranno essere associati ad un determinato servizio.

    Passando dalla questione logistico-sociale dello sviluppo, quella sulle tecnologie cybernetiche e web andrebbero sviscerate più attentamente.

    Internet è stata una delle conquiste più grandi del nostro mondo, il web è riuscito a garantire il sapere e soprattutto il poter sviluppare modi nuovi di sviluppo, una sorta di reazione a catena tra il cybernetico e il tangibile, il concreto. Esemplare tipologia di reazione collegata ad internet è la vendita online di prodotti, la catalogazione di prodotti, documenti e materiale vario direttamente sul web e con la possibilità per tutti di poter attingere notizie da quegli archivi, tipo gli archivi storiografici e sociologici del nostro Paese, sono visibili su internet e spesse volte sono ricchi di contenuti inediti ma anche di fotografie di documenti autentici, ottimi per poter sviluppare una tesi universitaria, uno studio approfondito su un determinato argomento storico, politico e culturale di un determinato arco di tempo.

    Beppe Grillo, famoso comico genovese, in un suo spettacolo teatrale, uno dei tanti in tutta Italia, prese a martellate un pc e tutti i suoi componenti, perchè diceva che queste nuove tecnologie ci avrebbero portato a diventare degli zombi, degli esseri dipendenti dalla rete e quindi incapaci di costruire rapporti umani “classici”. Tre anni dopo, diede vita al suo blog BeppeGrillo.it, uno dei più frequentati del mondo, infatti risulta essere il primo blogger d’Italia e tra i primi 10 del mondo.

    Tuttavia, la situazione utilitaristica delle tecnologie, specialmente quelle cybernetiche, risulta essere piena di flop, come ad esempio il famosissimo portale del turismo del nostro Paese (Italia.it) che, creando un nuovo record mondiale, è venuto a costare ben 30.000.000 di euro, cifra esorbitante che per quanto mi riguarda, essendo un webmaster e creatore di siti internet, oltre che giovane politico per passione e amore, mi risulta essere una cifra nemmeno di un sito complesso di un sistema di smistamento dati automatico internazionale, di un portale di archiviazione con criptaggio automatico di informazioni e di ricezione…, insomma un portale che per quello che rende, io lo valuterei per soli 2000€.

    Internet è formidabile, riesce ad essere un’arma a doppio taglio in modo estremamente semplice: da un lato può far cadere le giovani generazioni e anche qualcuno un po’ più vecchiotto, nel baratro del gioco online, dei siti porno, dei siti pseudo-ideologici con all’interno veri e propri strumenti di convincimento verso un determinato stile di vita, un determinato movimento politico e purtroppo, anche a favore di qualche setta.

    Dall’altra c’è però la possibilità di poter essere liberi. Su internet la libertà è fondamentale, ma soprattutto rende l’informazione una cosa seria. Wikipedia è l’esempio concreto di un’enciclopedia partecipata, se c’è qualcosa di non vero, qualcun’altro prenderà il testo e lo correggerà portandolo su base oggettiva e quindi descrivendo l’oggetto della ricerca in modo dettagliato e accettabile da tutti.

    Altro aspetto positivo del web è che permette ad ogni “navigante” di potersi informare liberamente e senza il filtraggio di notizie. Ormai ci sono cose, fatti e questioni che in televisione, sulla carta stampata e su tutti i sistemi al di fuori di internet, non riescono più a passare, senza prima essere modificati. I telegiornali, i giornali sono solo strumenti di convincimento anzi che di informazione, quasi il 90% delle volte, internet invece permette una visione a 360° delle notizie, ma la cosa più importante è che da la possibilità di poter creare all’interno di ognuno di noi una coscienza critica autonoma, capace di poterci guidare nella nostra vita, nelle scelte e nelle situazione che ci troveremo davanti.

    Se ogni ragazzo, a partire da 14 anni, spendesse 5 minuti del suo tempo a leggere almeno i titoli dei giornali-web, dei blog, di tutti i siti che garantiscono informazione, verso l’età di 17 anni risulteranno essere quotidiani fruitori delle diverse notizie su internet e proprietari di una loro coscienza critica che gli permetta di essere sempre pronti a combattere e a scegliere il meglio per la loro vita, senza influenze da parte di terzi.


  • La dea bendata in mutande

    Una volta si diceva che erano i panifici, le pizzerie ed i ristoranti ad avere la meglio sul mercato, a non aver mai conosciuto crisi, prima le persone erano bendate dal cibo, ora invece è la dea bendata ad avere la meglio, dea però che non bacia tutti e non in tutta Italia. La psicologia del giocatore non è sbagliata, almeno non del tutto. La politica non riesce a dare sicurezza alle famiglie, ai precari e ai disoccupati. Migliaia di famiglie non riescono ad arrivare a fine mese e le spese aumentano sempre di più. Dalla spesa alle tasse universitarie, passando per la benzina e il gas, tutto aumenta e nessuno riesce a spiegare perchè. Vi ricordate lo slogan di Berlusconi? “Abbasseremo le tasse a tutti”, quel tutti mi rende perplesso e soprattutto dispiaciuto per un sistema tasse che di giustizia sociale non ne ha vista nemmeno un po’. Bene abbassare le tasse (mai accaduto), ma abbassarle a tutti proprio no. Si pone la questione dell’uguaglianza sociale come uno strumento per giustificare i “favori” alle classi più ricche.

    La questione delle tasse è importante, l’ex-ministro Padoa-Schioppa lo diceva bene, il suo “tesoretto” era invidiato da tutti. Nel precedente Governo Prodi, la buonanima del Ministro dell’Economia aveva dato vita ad entrate extra, derivanti dalla lotta all’evasione e agevolando gli affitti per i giovani, con lo slogan da lui coniato “mandiamo i bamboccioni fuori di casa“. Come non ricordare anche le parole pronunciate durante l’intervista ad In Mezz’ora di Lucia Annunziata: “Le tasse sono una cosa bellissima, un modo civilissimo di contribuire tutti insieme a beni indispensabili quali istruzione, sicurezza, ambiente e salute“, accadde il putiferio dai banchi del centro-destra e lecchini al seguito, ma questa è un’altra storia.

    La situazione paradossale la troviamo con l’abolizione dell’ICI sulla prima casa (Imposta Comunale sugli Immobili), da parte del Governo Berlusconi, il governo del popolino. Proprio con questa catastrofe economico-politica inizia il problema delle casse dei Comuni. La situazione pare essere ottima per le tasche degli italiani, peccato però che i soldi da lì sono stati persi ma sono stati recuperati, sottobanco, dalle altre imposte, tra le quali gas, luce, acqua e chi più ne ha più ne metta, di aumenti ce ne sono stati e pure parecchi.

    L’italiano però nel 2010 ha perso la speranza, risparmiare sulla prima casa non è servito a nulla, ingolfato nei problemi economici era ed è rimasto. Anche il giochetto della seconda casa intestata al figlioletto non è riuscita a garantire stabilità alle tasche dei cittadini. L’italiano medio si aggrappa al gioco d’azzardo, aumentano sempre di più gli “spennati” da questi giochi senza mai fine. Le sale giochi spuntano come funghi, ora il business si è spostato sulla sofferenza post-gioco. Compagnie altolocate del settore giocano con la psicologia delle persone. “Vuoi vincere facile?” “Cosa aspetti? La dea bendata ti attende” o peggio ancora creando sistemi di vincita complessi, come ad esempio una sala bingo e tutti i suoi premi, in base al numero di palline estratte o in base all’ora dell’estrazione. L’AAMS (Amministrazione Autonoma dei Monopoli di Stato) ha creato il bollino qualità anche per i siti di gioco on-line: hanno legalizzato il poker online, i casinò sul web, modi più veloci per attirare e spennare gente, anche di una certa età (parlo di ragazzi di 14 anni).

    La sofferenza porta a tutto anche a creare il gioco delle totonomine e devo dire che a Napoli e altri posti d’Italia c’è chi ci gioca, anche seriamente. Ci manca solo che alla nomina del Papa, o alla vincita delle elezioni politiche, vengano associate scommesse. Ah no, quelle già ci sono!

    In che mani finiremo? In quelle della dea bendata? O dello Stato bendato?

    Articolo su Repubblica Milano


  • Il germe italico

    Cesare Battisti è un terrorista e come tale va condannato e rinchiuso in carcere. Lula crede che l’ex-terrorista italiano sia un perseguitato, dopo tutte le dichiarazioni anti-sinistra del Presidente del Consiglio, l’ormai ex-presidente del Brasile crede che Berlusconi stia approfittando del fatto che Battisti è stato membro del PAC (Proletari Armati per il Comunismo), un movimento di sinistra degli anni di piombo. Il Cesare Battisti terrorista, da non confondere con l’altro Cesare Battisti, deve tornare in Italia per scontare la sua pena, deve vedere in faccia le vittime di quei suoi gesti orrendi e deve pagare tutto quanto il male fatto. Tutte le forme di violenza devono essere punite, questo non lo dico io, lo dice il buon senso e le leggi, lo dice il senso civico di un paese occidentale come il nostro. La non violenza deve essere al centro delle ideologie di tutto il mondo: “n’a parola” e lo so, ma almeno nei paesi civili e economicamente più sviluppati, oltre che socialmente, questo è il minimo. Ma come mai il “caso Battisti” è stato rispolverato ora? Eppure è dal 1981 che l’ex-leader, non che fondatore, del PAC è un latitante, dopo aver tradotto libri dal francese all’italiano, tra i quali libri di Manchette, nel 2004 viene arrestato a Parigi e dopo aver ricevuto dalle autorità francesi l’estradizione in Italia del condannato, lui riesce a scomparire di nuovo e questa volta si dirige in Brasile, dove il 18 marzo 2007 viene catturato a Copacabana e da qui inizia il calvario brasiliano del terrorista rosso. Nel 2009 riceve lo status di “rifigiato politico”, con la motivazione, da parte delle istituzioni giudiziarie brasiliane, di essere un perseguitato a causa delle sue ideologie politiche. Mi chiedo se tutte quelle persone siano morte da sole, si siano suicidate a colpi di pistola, oppure qualcuno li abbia massacrati. L’ipocrisia del “pararsi il culo” porta a tutto anche a negare l’evidenza della storia. Il malessere italiano è quello di avere un Governo non rispettato da nessuno, incapace di sostenere le proprie tesi e di sembrare un organo istituzionale di garanzia civile e giudiziaria per il proprio Paese.

    Il desiderio di impunità e di fuggi fuggi dalla giustizia, palesemente attribuita a B., sta entrando in tutti gli italiani nel mondo. Il tag più ricercato su Google è “come evadere le tasse”, sul web ci sono una marea di siti italiani che spiegano come fregare il fisco, come mai non censurano quei siti? E invece rompono le scatole ai blogger che magari esprimono loro pareri e informano? Perchè non si decide di prendere provvedimenti su quei contenuti, che fanno veramente male al Paese? Si lasciano dichiarazioni contro Wikileaks, affermando che sia un sito da chiudere, da odiare, mentre non ha fatto altro che dire quanto sia “biricchino” il nostro Premier (ormai gli italiani sapevano tutto e non sono rimasti di stucco, hanno gli anticorpi e le palle indurite). Che fine faremo? E che fine farà Battisti? Lo scopriremo nelle prossime puntate.


  • Messaggio di inizio 2011

    Questo 2011, secondo me, sarà un anno un po’ diverso da quelli scorsi, o comunque spero, più positivo rispetto al 2010. E’ un anno che parte con il sangue, con la sofferenza, con il dolore di una famiglia senza più il proprio ragazzo, a causa della guerra in Afghanistan, con un omicidio trasformatosi in un business – quello di Avetrana e il suo calendario, pubblicizzato da un tronista di “Uomini e Donne”, persona che in dialetto barese potremmo definire più che “nu tronist”, “nu t’rmon”. La televisione nel 2010 ha fatto una strage, migliaia di persone sono finite sotto cura farmacologica per rimbecillimento. La politica ha fatto il suo dovere, se da una parte ha contribuito a far innalzare il senso di smarrimento della gente, dall’altra è riuscita a dare un senso di speranza, peccato però che non sia la politica generale ad aver dato inizio a questa nuova fase, ma solo una fetta di essa e, posso non sembrare credibile, quella fetta è proprio la sinistra italiana. Le cose sono in movimento, la sinistra scopre nuovi volti che fanno bene alla salute di tutta l’aria riformista di centro-sinistra. Da Renzi a Vendola. Io spero che il 2011 possa essere un anno di dovute verifiche, ma allo stesso tempo di obiettivi raggiunti di sogni realizzati e di progetti nuovi da mettere in cantiere. Chi crede nel futuro alzi la mano, anzi, alzasse il mouse, perchè è di questo che abbiamo bisogno. Il nostro Paese ha bisogno di una boccata di ottimismo ma soprattutto di buona volontà, tutt’altra cosa da ciò che il Berlusconismo e Berlusconi hanno fatto in questi anni, l’ottimismo di Berlusconi era solo una presa per i fondelli e lo sappiamo bene.

    L’economia ha chiuso al ribasso nel 2010, Piazza Affari ha chiuso con -13,23% di ribasso (solo Madrid è andata peggio, -17%, in tutta Europa), cosa ne sarà dell’Italia in questo 2011? Il messaggio del Presidente della Repubblica non mi da nulla di nuovo, solo parole già sentite gli anni scorsi, solo promesse e promesse e messaggi alle istituzioni, messaggi importanti, ma volanti. Verba volant scripta manent dicevano i latini, parole sante, anche perchè di parole volanti in questo 2010 ne abbiamo sentite e viste tante, a partire da l’Aquila a Napoli.

    Ma la domanda da 1 MILIONE DI EURO è: cosa accadrà in questo 2011? Ci saranno o no le elezioni? Chi vincerà le primarie del Centro-Sinistra? Chi diventerà il prossimo Presidente del Consiglio? Cosa accadrà al nostro sistema economico? Riusciremo ad uscire dalla crisi? Cosa accadrà nel Mondo? Cosa succederà alla Scuola Pubblica Italiana? E all’Università? Le borse di studio? Ci saranno o no? Aspettiamo fiduciosi lo sviluppo di questo nuovo anno, ma io preferisco non starmene seduto, scendo in campo anche io.


  • Lo Stadio San Madama

    Rivedendo le dichiarazioni di voto al Senato, del DDL Gelmini, mi fa riflettere su quanto ci sia di anti-politico nella politica stessa. Palazzo Madama aveva assunto le sembianze di uno stadio, o di un pollaio, fate voi.

    La senatrice Finocchiaro (vedi video) viene assalita dai senatori della maggioranza, mi chiedo se c’è differenza tra questi gesti e gli attacchi fatti alla sede della Lega e alla sede del PD Sicilia (di cui vorrei parlarne un attimo), in questi ultimi giorni.

    Penso sia necessario approfondire la questione “violenza” in politica, penso che un principio cardine della politica debba essere il rispetto del diverso e di ogni singolo individuo. Ciò che è accaduto alla Finocchiaro non è solo da attribuire a quel momento: penso sia necessario diffondere questo significato a tutto quanto il sistema politico italiano e comprendere quanto ci sia di simile, ogni giorno, nel nostro Paese. Partendo dal gesto alla Finocchiaro, fino ad arrivare allo scherzo, poco simpatico, fatto durante la notte del 30 dicembre a Nichi Vendola. Quanto sta accadendo in questo periodo, in Italia ovviamente, è allucinante, solo a pensare che stiamo per festeggiare i 150 anni dell’Unità d’Italia e che abbiamo allo stesso tempo ministri facenti capo ad un partito, la Lega Nord, che di Unità ne vuol sentir parlare poco o niente, anzi per nulla al mondo.

    Cosa dovrebbe essere il Parlamento? Mi chiedo a cosa servano due Camere, due Aule Parlamentari, se non a portare la voce del Popolo nei luoghi del potere. I Cittadini non eleggono nessuno per fare i bifolchi doppio-giochisti in un seggio del Senato. La maggioranza al Senato declinava un senso di smarrimento o di totale assenza del sistema nervoso centrale e di tutto quanto il buon senso che, almeno il politico deve avere.

    Attentato alla sede del PD della Sicilia e della sede provinciale dello stesso partito palermitano: solo un cenno ai telegiornali, il Tg1 non lo nomino nemmeno, quello è un organo di propaganda o, termine alternativo, macchina di “slinguazzamento” politico da parte di uno pseudo direttore, non che servo di B., tanto per cambiare. E Maroni? Oggi sui giornali nazionali, titoloni gridavano “Maroni: Attentato alla Lega è attentato alla democrazia”, mi chiedo dove siano andati a finire le dichiarazioni del Viminale e/o direttamente del suo titolare, riguardo l’attentato alla sede del Partito Democratico della Sicilia, non è attentato politico quello? Non è attentato alla democrazia, anche quello?

    Ogni nazione ha il governo che si merita“, così diceva Joseph de Maistre ed io ci aggiungerei anche “il politico rispecchia i suoi elettori“, peccato però che la nazione in questo caso si chiami Italia e soprattutto il popolo (attivo ed elettore) che le da consistenza sia infuriata per la perdita del proprio futuro e soprattutto senza uno stipendio di 15.000 € (alla Camera) e 17.000 € (al Senato), e un iPad sotto l’albero di natale, offerto dal buon Paese senza lacrime.

    Buon 2011 a tutti. A chi gli fa piacere.


  • Lettera aperta ai Cittadini di Noci

    Cari cittadini di Noci, è appena trascorso un anno, il 2010, un anno difficile, a causa della crisi economica che ha colpito il nostro Paese. Noci, da sempre, è stata un faro nel mediterraneo, per i suoi aspetti economico-sociali, ma purtroppo qualcuno sta rovinando tutto ciò che, nel corso del tempo, è stato messo su dalla storia nocese. I Giovani Democratici sono nati in questo anno travagliato, e abbiamo subìto anche noi un forte scossone politico quando, da un momento allʼaltro, la maggioranza e tutto il Consiglio Comunale è passato da una forte stabilità ad uno stato di crisi. Ci siamo chiesti cosa fosse meglio per Noci: se due sagre e qualche evento culturale allʼanno, oppure rendere lo sviluppo, ad ogni livello, una priorità nella nostra cittadina. Abbiamo sviluppato un progetto bellissimo, il Wi-Fi gratuito per tutto il paese, segno di una civiltà in fase di espansione, di un cambiamento radicale delle poesie di vita prodotte allʼinterno dei confini del nostro Comune. Abbiamo pensato anche, che fosse meglio per tutti rivolgere uno sguardo a quella palazzina dietro la villa comunale, con un forte sentimento di affetto verso tutti noi, verso la cultura e lo sviluppo sociale. Creando una sorta di bacino di idee, siamo giunti alla conclusione che quel progetto (museo dei ragazzi), così comʼè è uno spreco, o comunque, potrebbe essere perfezionato eliminando aspetti inutili e arricchendolo di un senso profondo di umanità ma ancor più di amore verso la cultura, lʼarte e la crescita sociale di tutti i ragazzi di Noci. Abbiamo sofferto quando, non ancora chiaramente illustrato, le strade del nostro paese sono state invase da pale meccaniche e da macerie, per far fronte allʼincremento della fogna bianca. Tutto positivo, a vederla così, peccato però che dopo nemmeno due settimane di lavoro, tutto il manto stradale, sopra i canali, ha ceduto provocando forti disagi alla viabilità, portando così ad una sistemazione (si spera provvisoria), con cemento non uniformemente adattato allʼasfalto, con bellissime decorazioni moderne, a base di buche e di irregolarità, stile vintage, come le vecchie strade di una volta. Cosʼè meglio per il nostro paese? Lo chiediamo a voi. Pensiamo che la politica a Noci debba lasciare gli interessi personali e, invece, occuparsi dei problemi reali che colpiscono gli agricoltori, gli artigiani, i negozianti e tutti i lavoratori, passando dagli interessi importantissimi delle giovani generazioni, dei “cittadini in fase di sviluppo” e di ogni singolo cittadino contribuente. Noi ci sentiamo parte integrante della nostra cittadina, la politica la intendiamo come un forte senso di appartenenza e di messa al servizio della stessa. Abbiamo in mente bei progetti per la comunità che, durante il 2011, porteremo a galla e svilupperemo con tutta la cittadinanza. Il nostro senso del dovere ci porta ad una conclusione negativa di questo anno passato: noi pensiamo che la maggioranza debba prendersi la responsabilità di tutti i fallimenti che a Noci, durante il corso del tempo, si sono aggiunti ai lavori di questa Amministrazione, fallimenti politici ma soprattutto pragmatici, come le piste ciclabili. Cosa potrebbero essere le piste ciclabili, se non un modo attivo da parte dellʼAmministrazione Comunale di incentivare lʼuso delle biciclette e quindi lʼabbattimento di quella forte presenza di autovetture che, ogni giorno, circolano in centro? Peccato però che le piste ciclabili devono avere un progetto ben definito, soprattutto partendo dal presupposto che le barriere di protezione non devono essere muri alti 50 cm, ma gestire la sicurezza dei ciclisti attraverso un semplice sistema di controllo della velocità delle auto e di sistemi di rilevazione del margine, in caso di nebbia (guardare via Castrignano e le sue barriere omicida), ma anche saper collocare le piste ciclabili in punti strategici, senza creare problemi seri alla circolazione stradale. Se è vero che a Noci cʼè un forte problema di viabilità, tanto da arrivare a progettare una demolizione di un trullo e a “mangiare” parte di un parco giochi, come mai si è deciso di “inghiottire” parte delle strade di Noci, per dare spazio a piste ciclabili, con la conseguenza di aver tolto spazio alla circolazione di autovetture e ai parcheggi?Cosa accadrà nel prossimo 2011? Dio solo lo sa, ma non è difficile da indovinare. Il nostro augurio per il nuovo anno è quello di un cambiamento politico e di un rimodernamento sociale di tutta la nostra cittadina, con la speranza che la maggioranza si assuma le proprie responsabilità, che la minoranza faccia vera opposizione, che i cittadini capiscano ciò che è giusto per loro, e che tutto quello che accadrà nel panorama nocese, sia solo causa dellʼamore verso la nostra comunità.

    Davide Montanaro segretario cittadino GD

    e tutti i Giovani Democratici di Noci.


  • La Via Lattea dei Partiti

    Questa mattina, mentre facevo il giro degli auguri su facebook, contattando i miei amici lontani o che magari conosco solo per web, mi sono soffermato, con un mio amico del Movimento 5 Stelle di Bari, a fare una chiacchierata sulla politica locale e sulla situazione attuale in Italia. Lui mi ha posto delle domande provocatorie che io vorrei riportare qui e dare una risposta, spero esauriente, su ciò che penso io in merito a questi argomenti (sperando di ricordamele tutte, visto che ho perso la conversazione).

    I partiti sono morti. All’interno del partito non sei libero di dire quello che vuoi. Non puoi dire che D’Alema è un vecchiaccio attaccato alla poltrona e che Fassino e consorte devono andare a casa, visto che sono in parlamento da 30 anni.

    Non penso che i partiti siano morti, specialmente il Partito Democratico che, a mio giudizio, è in continua ebollizione. Nel PD, ora ci sono le primarie per le varie segreterie, ora ci sono le assemblee nazionali, regionali e provinciali, ora ci sono le primarie per il centro-sinistra nei comuni dove si voterà nel 2011, ora si sta pensando alle primarie del centro-sinistra per le Politiche del 2013 (forse 2011), ora si pensa alle alleanze. Di lavoro ce n’è tantissimo. Penso però sia necessario mettere in chiaro una cosa: io sono un ragazzo di 17 anni, ma ho un pensiero ben definito su ciò che dovrebbe essere la politica, oggi. La politica deve necessariamente essere composta da partiti, da gruppi organizzati che, ogni giorno, sfornano idee comuni, idee per il bene della società e per il riformulamento del sistema socio-economico del nostro Paese. Il Movimento 5 Stelle è un partito a tutti gli effetti. Quanti sono stati i partiti (attuali) che, fino a poco tempo fa, erano considerati dei MOVIMENTI? Tanti, uno di questi è il partito di Di Pietro, l’Italia dei Valori. Il pensiero politico deve essere sviluppato intorno ad un sincero dibattito politico-culturale, ma per farlo, i cittadini devono entrare nei partiti, per poter fare politica attiva. Se un partito non funziona come desideriamo, allora è arrivato il momento di salire in politica (dico salire perchè la politica è un’arte nobile e deve essere al di sopra della società e dei problemi umani, ma allo stesso tempo deve risolverli). I movimenti, come quello 5 Stelle di Beppe Grillo è un movimento di tutto rispetto, con un ottimo programma di riformulazione sociale, in chiave economica, ambientale e culturale, ma penso sia necessario scendere, prima o poi, dal cavallo di battaglia, dalla carrozza armata delle proteste e invece rimboccarsi le maniche per cambiare il nostro Paese. Il Partito Democratico è un partito in cui credo, non metto in dubbio che chi ha tentato e tenta di dirigerlo ha molto di cui fare mea culpa, ma è anche vero che nessuno, e dico nessuno, può scagliare la prima pietra, sappiamo bene a chi mi riferisco. La Libertà (con la L maiuscola) all’interno del partito? Bene, forse non è chiara una cosa: quando si è in un partito, è come se si venisse a creare un legame forte, fortissimo con tutti coloro che ci vivono all’interno di quell’organizzazione, ma ancor di più si crea un legame forte verso le sorti di un simbolo, di un programma e di tutti i militanti, perchè è come se si creasse una seconda famiglia, in cui credere, con cui lottare nei momenti di più difficoltà, con la quale condividere idee e progetti, insomma, la protesta è nel nostro animo, ma è una protesta rivolta al senso del partito e alla buona riuscita di un’azione degna di questo nome, su ogni fronte. Coloro che sono sulla poltrona da troppo tempo? E’ arrivato il momento di cambiare dirigenti e cambiare aria, sono il primo a dirlo. Io mi rifaccio al regolamento del PD, 3 mandati e poi a casa, niente di più, ma se non troviamo individui in grado di prendere il posto di queste persone come facciamo? Chi mettiamo al loro posto? Persone incompetenti? E forse peggio di queste? Se non formiamo la nuova classe politica, come potremo avviare il cambio generazionale? Di persone in gamba ce ne sono, evoglia, io ne conosco molte, dovremo solamente lavorare all’interno del partito per “sbocciare” definitivamente.

    Cosa ne pensa il Partito Democratico dell’acqua pubblica? La vuole privatizzare? In Puglia ha bloccato il DDL per l’acqua pubblica? Per quale motivo? Tu cosa ne pensi dell’acqua? Pensi debba essere pubblica o privata?

    Vi riporto un pezzo del comunicato uscito all’indomani dell’assemblea nazionale del PD del 21-22 maggio 2010: L’acqua è un bene comune dell’umanità, un bene essenziale e insostituibile per la vita.
    L’acqua è un bene pubblico e deve essere garantita a tutti nel rispetto dei vincoli ambientali e al massimo livello di qualità, secondo principi di equità e solidarietà e con criteri di sostenibilità per preservarne la qualità e la disponibilità per le future generazioni e sono beni pubblici le infrastrutture del servizio idrico integrato.
    L’acqua è un bene scarso e va preservata attraverso la cura del territorio, la manutenzione dei bacini idrografici, la tutela dei corpi idrici e delle aree di salvaguardia. […] Il Partito democratico ha condotto una dura opposizione al disegno di privatizzazione forzata dell’acqua imposto dal governo Berlusconi, approvato a colpi di fiducia con la falsa motivazione di rispondere a un obbligo comunitario in realtà inesistente. […] Il Partito democratico è perciò vicino a quanti combattono la battaglia per contrastare la privatizzazione forzata imposta dal governo anche attraverso lo strumento referendario. […] Lo strumento referendario richiede in ogni caso un intervento legislativo di riforma complessiva del settore che possa assicurare il raggiungimento di obiettivi irrinunciabili come la tutela delle acque, l’accessibilità per tutti, un uso razionale della risorsa garantendo l’equità delle tariffe e la massima qualità ed efficienza del servizio. Va garantita inoltre la copertura totale del servizio di depurazione sull’intero territorio nazionale e la gestione sostenibile della risorsa acqua, eliminando dispersioni, sprechi e usi inappropriati.

    Afferma che per realizzare tali obiettivi è necessario un quadro normativo chiaro e coerente fondato su alcuni elementi chiave:
    – acqua bene pubblico e proprietà demaniale della risorsa e delle infrastrutture;
    – gestione industriale del servizio idrico integrato;
    – una forte regolazione e controllo pubblico sulle gestioni istituendo una autorità nazionale di regolazione, compartecipata dallo Stato e dalle regioni;[…] [
    continua qui].

    In un partito democratico di tutto rispetto, l’Assemblea Nazionale è quell’organo supremo che decide e regola la linea politica da adottare in ogni argomento ordinario e non, quindi anche il PD Puglia, come gli altri PD di tutta Italia, hanno collaborato alla raccolta firme per il referendum sull’acqua pubblica, ma ancora di più c’è stata un’azione da parte di Bersani in merito all’attività legislativa: il PD non ha aderito ufficialmente al Referendum, pur essendo una cosa nobilissima e di alto consenso, perchè riteneva opportuno svolgere la sua attività all’interno dei luoghi cardine del problema, il Parlamento. Ma la cosa è risultata frutto di un semplice ragionamento: se il Referendum – richiesto da tutti i firmatari d’Italia, non superasse il quorum necessario per avere validità, il Governo avrebbe preso tale risultato per accelerare la privatizzazione e, magari, affermare che la scarsa partecipazione alle votazioni referendarie sono state frutto di un parere contrario dei cittadini all’acqua pubblica. Cosa c’è di diverso? E soprattutto cosa c’è di errato in questo? Cosa si chiede ad un partito? Se non quello di attivarsi all’interno dei luoghi comuni della politica, come appunto la Camera ed il Senato? Per poi ovviamente toccare i diversi Consigli Regionali? Per me l’acqua? Pubblica al 100%! Ho anche dato il mio contributo lavorativo al Comitato Referendario, quindi sono più che convinto delle mie posizioni.

    All’interno di un partito, le lotte interne, soprattutto indirizzate ad un rimodernamento dell’organigramma, in termini di età cronologica e mentale, ma soprattutto di una lotta indirizzata alla scelta condivisa della linea politica, beh…penso sia la cosa più bella del mondo. Le lotte ci sono ovunque, ci sono nel PD, ci sono nell’IdV, ci sono in SeL, ci sono nell’UdC, in ApI, ci sono ovunque, tranne nel PdL, lì c’è il padrone e i restanti sono esecutori del volere del potere al comando.

    Vogliamo cambiare la società? Prima di farlo cambiamo noi stessi e la politica, il vero motore del cambiamento è il cambiamento stesso.


  • L’Italia e il suo Futuro non si conoscono

    Cosa ne sarà del Nostro Paese tra 20 anni? Io, qualche volta, me lo chiedo e mi interrogo su quali saranno le differenze da quello attuale. La società come si muoverà? Come si svilupperà il nostro sistema scolastico? Come saranno le televisioni? E soprattutto, esisteranno ancora? O verranno rimpiazzate da altro? Come saranno le giovani generazioni tra 20 anni? Precarie e sofferenti come quelle attuali? Ma la domanda più grande, su cui ruotano tutte le altre domande prima esposte, è: come sarà la politica tra 20 anni?

    20 anni fa, pressapoco risalente tra il 1992/1994, secondo alcuni commentatori, nacque la Seconda Repubblica: un cambiamento repentino, improvviso della vita politica del Nostro Paese, fomentato da continui terremoti giudiziari da parte di Tangentopoli.

    Conosciamo tutti la storia della S.R. e soprattutto conosciamo cosa la distingue dalla prima: i nomi dei partiti. Basta, direte voi? Secondo me, per il mio modesto parere, ritengo che la seconda dalla prima si differenzia solamente da un concetto: ora è il leader a scegliersi il partito, oppure esistono partiti ad immagine e somiglianza dei loro leader, come si suol dire, non è il partito ad essere l’apice della persona, ma è la persona l’apice del partito.

    Il Popolo delle Libertà è l’esempio concreto di un partito destinato a scomparire, non appena Berlusconi uscirà di scena. Ecco perchè si sta tentando di portare la figlia-manager in politica, ciò che conta è il cognome, ciò che conta è personalizzare una politica ormai morta. Saremo in grado di cambiare noi, prima di cambiare il resto? La classe politica attuale, in sincronia con la psicologia generale del nostro modo di essere, si riempie di parole, di ottime citazioni: “…cambieremo il Paese”, “…con noi per la novità della politica e per una vera speranza di cambiamento”. Casini afferma che è il più corteggiato della politica, bene, prima cosa vorrei capire dov’è la novità del terzo polo, poi vorrei sapere come e quando sarà deciso colui che porterà avanti la “carretta” [cit. Bersani], o meglio, la terza carretta. In natura tutto è diviso in due caratteristiche, tutto è in coppia, gli opposti sono due: buio e luminoso, cattivo e buono, nero e bianco e così via. Se la destra è una merda, la sinistra non di certo da meno (allo stato attuale), mi chiedo cosa sia il centro. Se il “centro” è tra la destra e la sinistra, vuol dire che ha un po’ di uno e un po’ dell’altro, quindi è una totale merda, una merda a due colori, la peggiore.

    Come pensano i ragazzi di oggi, ma soprattutto, come guardano tutto questo le giovani generazioni? I prossimi dirigenti, i prossimi politici, i prossimi protagonisti di questo Paese ormai allo scatafascio? Ritengo sia necessario fare una cosa, prima di qualsiasi altra, convincere noi stessi che siamo importanti, siamo gli unici che possono cambiare le cose, che possono ridare credibilità a questa politica marcia e maleodorante. Crediamo in noi stessi, altrimenti nessun’altro lo farà veramente.