• Da Nairobi una buona notizia

    Da Nairobi una buona notizia

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    È di pochi minuti fa la notizia che a Nairobi, al centro commerciale Westgate, tutto è finito.
    Gli ostaggi tutti liberati.
    Una buona notizia.

    Per ora, buonanotte.


  • La Merkel non ha vinto le Europee

    La Merkel non ha vinto le Europee

    Mi dispiace molto per il dibattito che si sta instaurando a seguito della riconferma di Angela Merkel alla guida della Germania.

    Mi dispiace perchè quello che ne sta uscendo è un quadro europeo debole, molto lontano, lontanissimo, dal progetto di politica comune, di elezione diretta del Presidente del Consiglio Europeo e degli altri organi dirigenziali di Bruxelles. La Merkel dovrebbe essere ridimensionata al suo ruolo di Cancelliere tedesco e non di guida dell’Unione Europea.

    Ve lo ricordo ancora una volta: fino a quando immagineremo (o sopporteremo) un’Ue sotto l’influenza massima dell’asse franco-tedesco o, come accade tutt’ora, della decisione unilaterale della Germania, non andremo da nessuna parte.

    Sia ben chiaro anche che non è di certo un pensiero anti-germania il mio, contro l’egemonia tedesca, la stessa di cui tanto ha parlato Berlusconi. Più che altro perchè lui ne parlava per nascondere o addossare ad altri le sue colpe di incapace, io penso ad una Europa faro degli Stati membri, un Europa locomotiva e non mera carrozza trainata da interessi degli Stati più forti (economicamente).

    Sarà un’utopia? Di certo, senza questo orizzonte, l’Europa per me non ha senso. Gli scopi economici dovrebbero venire dopo quelli politici e sociali.

    Prost!


  • Il Pd è vivo e vegeto

    Il Pd è vivo e vegeto

    Vi consiglio di leggere questo interessante articolo uscito oggi su La Stampa, a cura di Elisabetta Gualmini.
    Come per dire: dopo la tempesta c’é sempre la quiete. Oppure è solo prima?

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  • Di nuovo a Monopoli per il Congresso

    Di nuovo a Monopoli per il Congresso

    Siamo di nuovo a Monopoli, oggi parliamo del famigerato Congresso nazionale. Lo facciamo con il Segretario Regionale dei GD Pierpaolo Treglia, il Segretario nazionale dei GD e onorevole Fausto Raciti, l’onorevole dei GD Liliana Ventricelli e l’onorevole PD Matteo Orfini. Ovviamente siamo tutti del PD con orgoglio, quell’orgoglio che ci spinge ad impegnarci ogni giorno per il partito e per il nostro territorio, oltre che per l’Italia.

    Ps: i panzerotti sono ottimi. Giusto per dire.


  • L’Assemblea della discordia

    L’Assemblea della discordia

    Piccolo commento su quello che si è concluso ieri: chiamarla Assemblea Nazionale mi sembra a dir poco inutile, forse offensivo per le vere assemblee decisionali, in cui il rispetto verso la politica e verso il proprio gruppo sono così alti che non ci si sogna nemmeno di assentarsi in momenti di così grande importanza, soprattutto quando si sa che per determinate decisioni c’è bisogno del numero legale. Ma questo in altri tempi, in altri luoghi e in altri partiti, eccetto l’altro ieri e ieri, l’Italia e il PD. Giusto per dire.

    Ho ascoltato con molta attenzione gli interventi dei quattro candidati alla Segreteria nazionale e a parte varie sfumature, alcune più condivisibili di altre, ritengo che siano stati gli unici momenti più interessanti della due giorni.

    La logica dei 101 franchi tiratori è stata metabolizzata nel DNA del Partito Democratico e l’assenza ingiustificata e ingiustificabile di tutti quei delegati che ha fatto mancare il numero legale, ne è l’esempio. Una logica di boicottaggio e di ostruzionismo, manipolati da chi siede in prima fila.

    Rinviare alla Direzione Nazionale la modifica del Regolamento, a parte questioni puramente organizzative, simboleggia la voglia di circoscrivere il dibattito sul Congresso alla Direzione e non all’Assemblea e quindi ad una parte ristretta di persone. Mi chiedo se questo possa essere ancora il Partito Democratico.

    Giusto per sottolineare un altro piccolo particolare, in realtà non tanto piccolo: non posso non pensare ai canali sotterranei di quest’Assemblea Nazionale, in cui scorrevano logiche correntiste e diatribe tra capibastone. Non per fare il moralista, ma se non si è giunti all’appuntamento di ieri con delle regole condivise e pronte per essere presentate e votate, credo che ci sia una volontà, alla base o peggio ancora una incapacità da parte dell’attuale classe dirigente del partito di mettere giù le armi e lavorare per definire le regole che condizioneranno non solo il prossimo rinnovo della segreteria, ma l’intera linea politica e il futuro del PD.

    Divisione dei ruoli? Sì o no? Nel documento definitivo non approvato (per ragioni di cui sopra) dall’Assemblea, è riportata una modifica che cancella la dicitura, all’art. 3 comma 2, del Segretario come candidato naturale del partito alla Presidenza del Consiglio. Verrà approvata? Sì o no?

    Aspettiamo la Direzione Nazionale del 27 settembre. Aspettiamo. Ancora.


  • Sul lavoro giovanile che manca

    Sul lavoro giovanile che manca

    Siamo a Largo Castello Carlo V, a Monopoli, all’apertura della Festa dei Giovani Democratici della Provincia di Bari.

    Stiamo parlando di lavoro giovanile e dell’enorme percentuale di ragazzi disoccupati (circa 37%).

    Giusto perché si capisca che oltre alle minacce del PdL e al dibattito interno in vista del congresso nazionale del PD, il tessuto sociale ha bisogno di essere sostenuto e rivitalizzato.


  • Oggi e domani sarò qui

    Oggi e domani sarò qui

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  • Che poi Venezia è come l’Italia

    Che poi Venezia è come l’Italia

    Continuano le proteste contro la navigazione, nel Canal Grande di Venezia, delle navi da crociera.

    È una questione di priorità: c’è chi preferisce non rinunciare allo sfarzo della vista esclusiva che un crocerista ha quando dalla nave osserva la Laguna e chi invece preferisce salvarla, Venezia.

    Ma oltre che una questione di priorità, direi che è una questione genetica, proprio da italiani: se possiamo sfruttare qualcosa per raggiungere obiettivi conclamati, in questo caso il turismo e la sua ricchezza, perchè dar peso alla cura di quel qualcosa. In questo caso Venezia subisce, ogni giorno, violenze ambientali di ogni genere.

    Non sarebbe più giusto creare una sorta di Area C in centro a Venezia? Evitare che navi del genere arrivino fino al cuore della città? Costa molto ormeggiare fuori dalla laguna e raggiungere Piazza San Marco, ad esempio, con dei battelli? Che saranno mai una ventina di battelli tutti insieme, a nave? E dodici crociere in un giorno? Sono poche? E quelle diciotto che si attendono per questo fine settimana?