Si salvi chi può

Non è la città in cui sono nato, cresciuto o vissuto per anni, ma Roma merita attenzione da tutti, non solo dai romani.

Quello che sta succedendo è gravissimo, un sindaco derubato di ogni legittimità politica, solo perché a molti conviene, ora, abbandonare la nave, pur di salvarsi, pur di non morire annegati in un malessere che loro stessi hanno procurato alla città.

Per comprendere a fondo la questione, credo che leggere Marco Damilano sia la scelta giusta, perché è proprio di questo che si sta parlando: di una mancanza di coraggio, di una responsabilità che non è solo di Marino (il sindaco ha mille colpe a suo carico), ma anche e soprattutto del PD, un Partito Democratico romano che oggi vuol fare le scarpe al sindaco di Roma, ma che un anno fa lo spinse nell’arena delle amministrative, per difendersi da una possibile figuraccia apocalittica, contro un sindaco uscente (Alemanno) campione di “boiate amministrative”. Figuraccia che non arrivò, perché il centrosinistra vinse le elezioni e per il PD romano (e per qualche suo notabile, in particolare) incominciò il calvario.

Un vero partito non lascia mai da solo il proprio sindaco, anche se questo ha problemi. Reputo la presenza dei partiti, dei gruppi politici all’interno delle amministrazioni e delle Istituzioni in generale, come uno strumento a disposizione di tutti coloro che amministrano la cosa pubblica. I partiti devono essere guida, scialuppa di salvataggio nei momenti di difficoltà. Non si può pensare di poter silurare un sindaco in questo modo, da parte di ministri, oltre tutto.

Marino è indifendibile, questo è chiaro. Ma chi è difendibile, oggigiorno?

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