Categoria: Politica


  • L’arte del fazzoletto

    Dopo “Annozero”, trasmissione diretta da Michele Santoro, multata per un “vaffambicchiere” a 10 giorni di sospensione, quindi 2 puntate sospese, dopo “lo Zoo di 105”, trasmissione radio più seguita di “W Radio 2” di Fiorello, una delle migliori iniziative e punto di riferimento per un’informazione sempre più a pezzi, ora tocca alla Gabanelli.

    Dopo l’”Operazione Antigua” da parte di Repubblica.it, nella quale si parla di un acquisto da parte di B. di un villaggio turistico, nell’isola dei Caraibi, l’avvocato Nicolò Ghedini (famiglia Adams), avverte la direzione RAI, in merito alla puntata di stasera di “REPORT”, nella quale la nota giornalista TV, spiegherà le radici di tale acquisto e di come si è evoluto l’affare che, sommato alle proprietà attuali del Premier, ammonterebbero a 20 milioni e rotti di €uro.

    Tale discorso lo si estende ad un semplice avvenimento, di non vecchia data: fino a qualche settimana fa, in tutte le TV si parlava della casa di Montecarlo del Presidente della Camera dei Deputati Gianfranco Fini, reduce di una battaglia interna del PDL, dove ha visto staccarsi un gruppo di senatori e deputati “finiani”, creando il nuovo partito “Futuro e Libertà per l’Italia”. Come mai, in quel periodo nessuno avvertiva la direzione RAI di non mandare in onda tali inchieste, poichè oggetto di diffamazione di una carica dello stato che, in base alla Costituzione Italiana, risulta essere superiore a quella del Presidente del Consiglio dei Ministri, attuale 4^ carica dello Stato, dove ricordiamo come 1^ il Presidente della Repubblica, 2^ il Presidente del Senato e 3^ il Presidente della Camera dei Deputati.

    Come si evolverà la situazione? Aspettiamo con pazienza di accendere la TV sul terzo canale e vedere, nel suo vero ruolo, una giornalista libera e pronta a informare i cittadini di qualcosa che, in un modo o nell’altro, interessa l’opinione pubblica e la questione morale, alla faccia dei cassintegrati.


  • Il bilinguismo metamorfico dell’uomo conservatore

    Sforzi da gigante, dell’uomo progressista ed innovatore, vengono attaccati da messaggi di “allerta” dell’OPEC (Organization of the Petroleum Exporting Countries), associazione internazionale di tutti gli Stati esportatori di petrolio, tra cui ricordiamo l’Iran, Iraq, Indonesia, Ecquador, Emirati Arabi Uniti, Libia e altri Stati, prevalentemente africani e orientali. L’OPEC ha paura di vedere il proprio PIL (prodotto interno lordo) diminuire di gran lunga rispetto alle aspettative precedenti, che vedevano, addirittura, un aumento di esso entro il 2030. Il PIL scenderà dal 24% al 44% entro il 2050, in base a cosa? La risposta è molto semplice e per i paesi occidentali, segno di svolta epocale, frutto di battaglie e di trattati ecologici: l’utilizzo di combustibili naturali a basso tasso d’inquinamento, di altri prodotti chimici, insomma, tutto ciò che non sia petrolio (o carbone, si spera). Il prezzo del greggio, attualmente (datato a 12 ottobre 2010) è di 81,74 $/barile, ma, l’OPEC spera in un rialzo entro il 2020, dovuto ad un consistente sviluppo economico, tra gli 85 e i 110 dollari al barile, per poi passare ai 138$ al barile entro il 2030. Fin qui tutto bene ma, considerando le previsioni negative, il prezzo del petrolio non salirebbe oltre i 50-60$ al barile entro il 2020, per poi passare ai 70 dollari al barile entro il 2030. Il concetto di sviluppo, ormai radicato nei difficili rapporti con il territorio internazionale e soprattutto, considerando la forte dipendenza dei paesi arabi, africani e alcuni indo-europei all’estrazione del petrolio, presente nel proprio territorio, ci fa pensare a come l’economia sia incentrata sull’esportazione di greggio e soprattutto in base all’andamento del prezzo di esso. Dobbiamo sviluppare il concetto, difficile ma possibile, di una terza rivoluzione industriale, altrimenti precipiteremo assieme al petrolio e al declino di organizzazioni internazionali di controllo di export di greggio.


  • 8 ottobre 2010. Vittoria sulla prevaricazione?

    Se in sole tre settimane di vita, siamo riusciti a portare 250 ragazzi circa in Piazza Umberto I a Bari, vuol dire che qualcosa di buono la stiamo facendo. Abbiamo partecipato con convinzione e con la speranza di essere intesi come forza rinnovatrice di un mondo immerso dalla disdicevole mancanza di fiducia, tra i ragazzi e soprattutto tra le diverse organizzazioni giovanili e studentesche. Nei giorni scorsi, abbiamo discusso su come improntare il nostro impegno all’interno della manifestazione. Abbiamo cercato di mediare e di trovarci faccia a faccia con le altre organizzazioni, perchè prima di tutto, per noi è importante il dialogo. Un dialogo ormai simbolo di una generazione passata e strumento ormai accantonato, mai più rispolverato, dalle nuove generazioni. La manifestazione di oggi ha riguardato anche i trasporti,  l’edilizia scolastica e la legge regionale sul diritto allo studio, argomenti importanti che dovrebbero interessare tutte le parti presenti al corteo. Arrivati alla Regione Puglia non abbiamo ricevuto notizie, come organizzazione, se Introna, Vendola o chi per loro hanno ricevuto degli studenti per discutere di SCUOLA e di DIRITTO ALLO STUDIO, fatto sta, che siamo stati tagliati fuori da qualsiasi cosa.

    Il concetto di democrazia è ormai distorto tra i giovani studenti. Organizzazioni politiche, oggi, hanno strumentalizzato la manifestazione, hanno reso un avvenimento che riguardava gli studenti, come un palco di bandiere, simboli e prevaricazioni. Riusciremo ad essere liberi e privi di strumentalizzazioni politiche e sindacali? La scuola è fatta da studenti e non da organizzazioni. Non confondiamo il numero con l’importanza, ricordiamoci che le ragazze e i ragazzi partecipano all’evento di protesta senza un simbolo, ma con la speranza di una scuola diversa e soprattutto migliore.

    Il portavoce generale

    Davide Montanaro


  • Il tallone d’Achille del Premier Governatore

    A marzo scorso, Nichi Vendola ha ricevuto il bacio da parte dei suoi elettori: più voti delle sue liste. Giravi per le strade nel periodo della campagna elettorale e sentivi gli anziani dire “non vado a votare da tanto, ma adesso devo dare il voto a Vendola“, si respirava aria di speranza, di felicità, di possibile rimonta delle classi sociali più disagiate. A soli 7 mesi di distanza da quei meravigliosi giorni, il Governatore della Puglia si presenta al Popolo Italiano, assetato di rivincite sociali e politiche, come possibile candidato Premier per la prossima tornata elettorale (non dico del 2012 perchè tutto dipende da come Bossi si alza la mattina, dito medio destro “appoggiamo il Berlusca riccone”, dito medio sinistro “elezioni subito”), a parte che Maroni sta già progettando le elezioni e  ci sono delle possibili date, risalenti a marzo 2011.

    Ma cosa è cambiato? Il caro vecchio Nichi è stato avvolto da un lenzuolo di fumo? A mio parere si, anche perchè non si spiegherebbero le tante uscite “osè” contro NON i leader di centro-destra (su Fini parla soprattutto bene…mah), ma sui leader di centro-sinistra. In fin dei conti, “chi è senza peccato scagli la prima pietra” diceva Cristo ed infatti nessuno degli attuali o passati leader può criticare l’altro, senza prima guardarsi allo specchio (sempre se ne sono in possesso, anche perchè il narcisismo di molte persone porta al rifiuto dell’autocritica).

    Un senso di onnipotenza e presunzione che, prima o poi, si ritorcerà contro. Il senso del fare politica leaderisticamente è un senso sbagliato e ipocrita di chi, in modo insistente, sbandiera il nome del Popolo come unico sovrano di questo disperato Paese.

    Definisce D’Alema, Fassino e Bersani anime morte: ora, si che molti elettori del centro-sinistra vorrebbero che, soprattutto D’Alema, si allontanasse dal panorama politico attivo e lasciasse spazio ai (veri) giovani, non solo di età. Accusa i leader democratici di fare politica da più di vent’anni e a questo proposito mi chiedo da quanti anni stia lui, in politica: da quando aveva 15 anni. Perciò il motivo per cui, girando per le stesse strade di 7 mesi fa, senti “Vendola sta facendo chiudere l’ospedale e adesso?”, “Vendola non sta pensando proprio alla Puglia, mannaggia a me che l’ho votato” oppure “Ormai Vendola se n’è andato…pensa all’Italia”, ci dovrebbe far riflettere sulle potenzialità che il Terlizzese, dalle mille parole barocche, ha nei confronti dei suoi elettori e degli elettori del centro-sinistra, ma soprattutto nei confronti di chi è rimasto scontento dal centro-destra, percentuale grande che, non trovando un’affidabile alternativa a sinistra, deciderebbe, molto probabilmente, di votare il cosiddetto “terzo polo” di Casini e Lombardo (e Fini?).

    Penso che Dante sia l’ideale in questo momento:

    ahi quanto a dir qual era è cosa dura

    esta selva selvaggia e aspra e forte

    che nel pensier rinnova la paura.

    La politica è una foresta piena di pericoli, il ramo robusto su cui poterci aggrappare per salvarci la pelle da un attacco feroce, può dimostrarsi fragile. Facciamo attenzione.


  • La goccia prima o poi finisce di cadere

    Inizio questo mio pensiero sull’acqua con una citazione, un proverbio meridionale, antico che racchiude il senso e l’importanza dell’elemento naturale più potente, utilizzato da Dio nel Giudizio Universale, dagli uomini per dissetarsi e dagli agricoltori per irrigare i campi: “Senza acqua il mulino non macina”.

    Parole piene di saggezza storica, ma custodi di un’immagine profonda ed indiscutibile di ciò che l’acqua è ai nostri giorni: sostanza indispensabile per l’umanità, ingrediente onnipresente nel cibo e nella preparazione culinaria, fonte di vita e di crescita di piante e quindi della fauna e di tutti gli esseri viventi di questo pianeta. Siamo nel 2010 e l’importanza di questo elemento viene evidenziato dalle continue ricerche di esso su Marte, perchè la legge naturale parla chiaro: acqua si = vita; acqua no = il nulla. Nel processo di crescita dell’ecosistema, ma soprattutto della capacità umana di imprimere  sempre di più, la sua impronta in un ciclo vitale così complesso ma allo stesso tempo di grande fragilità, processi gravosi pendono sulla testa dell’intera esistenza terrestre: ovvero il provesso di desertificazione dei territori internati e delle coste, inquinamento delle acque a causa delle discariche sottomarine e dei versamenti abusivi (e non) di rifiuti altamente tossici nei nostri mari, nei nostri fiumi e nei nostri laghi. L’acqua è un dono di Dio, non è l’uomo a produrla, se si inquinano i siti di prelievo, da dove prendiamo i quintali e quintali di quel liquido limpido che scorre nelle tubature delle nostre case e che compriamo nei supermercati, imbottigliato ed etichettato? Per giunta, la questione nucleare, rivolta allo smaltimento delle sue scorie: gli stoccaggi, sotto i monti, inquinano le numerose falde acquifere, fonte di inestimabile valore.

    Tanti i problemi, ma tanti sono anche le mobilitazioni internazionali a favore della salvezza dell’acqua: da GreenPeace, al WWF, da Legambiente fino ad arrivare alla Comunità Europea, con la sua piattaforma istituzionale contro la desertificazione.

    Anche se l’acqua ricopre circa il 70% della superificie terrestre, quella dolce e quindi quella potabile è scarca e continua a diminuire: il cambiamento climatico ha portato alla non formazione di ghiacciai sui monti con la stessa quantità di sempre, i letti dei fiumi sono aridi e non permettono il flusso dell’acqua, tanto da aridire i laghi. Altra spina nel fianco è senza dubbio l’inquinamento atmosferico, che a causa del continuo annidarsi di gas e polveri nell’aria, precipitano piogge acide e pericolose non solo per le piantagioni ma anche per il versamento di esse nelle acque incontaminate.

    Nel nostro Paese questo dilemma c’è, ma a dar fastidio non sono solo le condizioni naturali, ma l’incompetenza della politica di affrontare e garantire il servizio idrico autonomo nel territorio. Ci sono zone in cui l’acqua affronta un ciclo complesso di depurazione, trasporto e immissione nel condotto dell’acquedotto.

    “Acqua bene comune” così si intitola il famoso comitato referendario nazionale a favore dell’acqua pubbica, nato per far fronte ad un abuso da parte della politica di creare profitto dall’oro blu.

    E’ per questo che bisogna affrontare la questione “natura ed inquinamento”, altrimenti tra un centinaio d’anni prenderemo l’acqua da Marte (sempre se la troveranno).


  • B. or not B. this is the politics

    Ieri alla Camera si è votata la fiducia al governo Berlusconi. 342 voti favorevoli e 275 contrari, una maggioranza risicata che vede, senza ombra di dubbio, il Governo appeso ad un filo. Un filo finiano.

    Sono contento e mi riconosco al 100% con quanto ha detto Bersani nel suo intervento. Napolitano ha dichiarato che “la legislatura deve continuare“, bene, ma io penso che la legislatura camperà a stento fino alla primavera, perchè anche se B. vuole raggiungere la fine della legislatura, Bossi spinge ad andare al voto.

    Il segretario PD Bersani, dopo aver sentito le parole di B., ha descritto il discorso del Premier come debole e “reciclato”. Il berlusconismo sta per finire? Io penso e spero di si, perchè non è possibile avere un Paese che per vent’anni non ha parlato di se ma di un personaggio “sfruttatore” della politica per affari personali. Cosa significa che “Berlusconi non è sceso in politica per affari suoi ma per cambiare il Paese”? Ma chi vogliamo prendere in giro? Cosa ha fatto Berlusconi da quando è al governo di questo Paese? Condoni, scudo fiscale, lodo Mondadori e ha tentato e tenta tutt’ora di creare una legge che lo favorisca nei processi in cui è indagato. Sinceramente tanti cambiamenti non ne vedo e non gli ho mai visti. Ha ragione Bersani quando parla di “chiusura di una pagina vecchia“? Prima di girare pagina, quella successiva deve essere pronta, pulita e sana per poterci scrivere la storia di questo Paese. Abbiamo la penna? Nera?! No…rossa è meglio…bene! Forza! Dettiamo il nostro futuro.


  • Su che livello si gioca il futuro del nostro Paese?

    Su che livello si gioca il futuro del nostro Paese?

    “Su che livello si gioca il futuro del nostro Paese?” è questa la domanda che mi pongo e che rivolgo a tutti voi, miei cari lettori.

    Stiamo parlando della più grande svolta degli ultimi 20anni? Oppure guardiamo la situazione politica attuale, come una delle tante situazioni di stagno di una società che tenta il cambiamento, ma che poi si ritrova ad avare una situazione del tutto invariata o se non addirittura peggiorata?

    La mia risposta la sapete già, sempre se avete seguito i miei commenti ad altre vicende di carattere politico, nazionale e locale: I GIOVANI.

    Quando ragazzi snobbano altri ragazzi per aver preso atto e aver avuto il coraggio di affrontare una situazione difficile, apostrofandoli come montati e senza cervello, bene io non so come sarà possibile il cambiamento con una parte delle giovani generazioni in questo stato, ma mi lasciano pensare che, prima di tutto, bisogna adoperarsi per un miglioramento della situazione che c’è nelle generazioni nuove e di quelle che verranno.

    Quando parlo di nuove generazioni, non parlo da nostalgico o da chi ormai non fa più parte di una determinata schiera di persone, io faccio parte al 110% di quelle nuove generazioni, ho solo 17 anni.

    Oggi Bersani ha detto, alla festa del Partito Democratico, nel suo discorso, che il Partito Democratico ha bisogno di una forte organizzazione giovanile ed è necessario che il PD tutto aiuti i Giovani Democratici a lavorare in completa libertà e con tutto il sostegno della classe dirigente del partito e con l’aiuto da parte di tutto il PD.

    Siamo noi il futuro di questo Paese, lo dico sempre.

    Però c’è da dire che per quanto possano essere immensi gli sforzi di un tentativo di ricostruzione della dignità italiana, non si può discutere di futuro, senza aver interpellato CHI in quel futuro ci vivrà e dovrà governare il nostro Paese: i GIOVANI.

    Dopo questa Festa Democratica a Torino, ho visto un PD più forte e pronto a mettere in campo il CANTIERE dell’alternativa di governo.

    Ce la faremo? Io sono fiducioso e voi?


  • Si avvia un processo nuovo

    Si avvia un processo nuovo

    Finalmente è arrivato. Finalmente ho il mio sito internet, dove potrò lasciarmi prendere dalle mie passioni e dal mio modo di pensare e vedere il mondo che mi circonda. Sono pronto ad affrontare qualsiasi argomento, qualsiasi problema di cui ci troveremo a discutere. Questo sito non sarà un bigliettino da visita in cui metterò in luce le mie virtù o uno strumento per pavoneggiarmi e sentirmi superiore. Questo mio spazio web sarà, per tutti nessuno escluso, la casa o comunque quel cantuccio in cui io e i miei lettori discuteremo di argomenti che io giornalmente sceglierò. Come grafica, ho preferito essere più semplice possibile, forse cambierò stile tra un po’, datemi il tempo di assestare qualche colpo di personalizzazione e dopo di che, avviamo questo portale. Darò vita a delle sottosezioni, in cui incentrerò determinati argomenti.

    Buona lettura.