Categoria: Politica


  • Boicottiamo le pubblicità

    Che bei ricordi. Ho avuto la felice idea di rivedere le vecchie VHS, piene di polvere ma stracolmi di ricordi. Non parlo solo dei filmini, ma dei vecchi cartoni animati, dei vecchi film che, intorno al 98, riempivano i palinsesti delle tv.

    Ciò che mi ha colpito sono state le pubblicità. La pubblicità del telefonino? Si, c’erano e, con grande semplicità, i protagonisti dello spot erano un uomo e una donna impegnati a discutere al telefono. Oggi? Abbiamo una piscina, un grattacielo, musica commerciale e Belen Rodriguez bagnata e “sensuale”, no una parola, solo uno sguardo e un messaggio in sottofondo: “acquista un telefono *** potrai accedere a fantastici servizi e premi” e per concludere un bel occhiolino da parte della gnoccolona di miciomacio Corona.

    E le pubblicità del cibo? Quanti prosciutti ci vengono venduti con due pere e due canotti come cornice? Tanti e non solo. E’ arrivato il momento di reagire. Io ho fatto una scelta. Queste pubblicità per me faranno l’effetto contrario: mi allontanerano dal prodotto e diffiderò di tutto quanto è di quella marca.

    Non prendete questa mia affermazione come un mio problema fisiologico o psicologico. Dobbiamo comprendere che la TV, i giornali e tutti quanti i sistemi informativi e di intrattenimento non possono presentare pubblicità luride come queste. Non denigro affatto il corpo della donna e la donna in se, ma proprio per questo ritengo che non debba essere usato a scopo di marketing, solo perchè le curve o l’occhiolino di una modella debbano smuovere e accendere i miei ormoni, farmi eccitare e dare al cervello il messaggio di una voglia intensa di quell’oggetto in questione.

    Viva le pubblicità del Tonno Rio Mare e il loro grissino “coltello”.



  • Legittimamente immorale

    Berlusconi e Ruby. Lo scandalo

    B. è indagato per concussione e per prostituzione minorile. Assieme a lui sono indagati il caro fido Emilio Bunga-Bunga Fede, Lele Micio Mora e Nicole Minetti – neo laureata e spazzolino da denti (igienista dentale) del Premier. Che Berlusconi non abbia più una moralità questo è poco ma sicuro. L’unico momento in cui B., presumibilmente, abbia avuto una moralità è risalente al ’94, da quel momento in poi, di moralità ne ha solo parlato, ma per criticarla.

    Sarebbe un problema se ora la sinistra e tutta quanta l’opposizione, definisse l’azione dei pm nei confronti di una questione immensamente importante, quale appunto la concussione e prostituzione minorile, un’azione benefica per il Paese, appoggiasse i pm anzichè essere inamovibili nel loro ruolo responsabile.

    Altro punto fondamentale è rendere il tutto una prassi: i giornali, le televisioni e tutti quanti i media, dalla notizia fino ad oggi, non fanno altro che parlare di Ruby e degli intrighi del premier, solo la questione FIAT è più in risalto, ma credo che da domani Ruby sarà più importante, per i media, rispetto alla sorte degli operai.

    Tutto è un ripetersi, è per questo che non bisogna fermarsi alla “notizia” di Berlusconi e i suoi scandali sessuali. I giornali e tutta quanta l’opinione pubblica non si precipiti su questo argomento, tralasciando il problema della scuola, dell’università e del lavoro che, fortunatamente o sfortunatamente, FIAT è riuscito a mettere al centro dell’opinione pubblica e dell’attenzione mediatica.

    Ormai è prevedibile tutto, B. non sa più che inventarsi per pararsi il culo dalle accuse. La giustizia lo tocca? E’ di sinistra. La giustizia tocca gli altri? Amici? E’ di sinistra. E se tocca invece chi vuole lui? E’ la vera giustizia italiana. Sono ottimi giudici. Scommetto qualsiasi cosa che, ipoteticamente, se un giudice attualmente presente nella “White List” della destra, avesse a che fare con un accusa nei confronti di B. & Co., passerebbe subito nella “Black List“. Ormai è tutto prevedibile, niente ci può fermare, niente di deve impaurire. Gli unici a non aver temuto nulla e non essere crollati o rimasti imbarazzati dalla fuga di notizie di Wikileaks, è stata proprio l’Italia. L’unica notizia, secondo Wikileaks importante riguardo l’Italia, è stata quella di sapere i problemi di B. e il sesso. Come se gli italiani (quelli veri, non gli italianoidi del nuovo partito di B.) non sapessero che il proprio premier ha a che fare con più pillole blu, che auto blu.

    I giudici sono di sinistra? Se la giustizia viene associata da B. alla sinistra, c’è da preoccuparsi, perchè allora dovremmo avere paura della destra e della sua legittimazione dell’immoralità.



  • Saldi al 70% per la cozza tarantina

    Vi riporto due articolo usciti oggi su TMNews, riguardo gli analisi fatte ai prodotti del Mar Piccolo. Tutto per completare quanto detto nel post di ieri.

    Roma, 13 gen. (TMNews) – Frutti di mare altamente contaminati da diossine e policlorobifenili (PCB) nel Mare Piccolo di Taranto. A lanciare l’allarme sono il Fondo antidiossina e Peacelink, due associazioni ambientaliste che oggi nella città pugliese hanno reso noti i risultati delle analisi fatte svolgere dal laboratorio INCA (Consorzio Interuniversitario Nazionale di Chimica per l’Ambiente di Venezia, un centro altamente specializzato con una lunga tradizione nel campo delle diossine) su alcuni molluschi prelevati nei mesi scorsi nel piccolo golfo di mare sul quale si affaccia Taranto. Si tratta di ostriche, cozze San Giacomo, cozze di fondale e ‘cozze pelose’, le cui vendite incidono poco (tra il 5 e il 10%) sul mercato dei mitili di Taranto. I valori emersi dai risultati superano i limiti di legge: diossine e PCB raggiungono i 13,5 picogrammi per grammo, quando la legge fissa un limite di 8, con uno sforamento quindi del +69%. Vuol dire che mangiando 100 grammi di questi molluschi si supera di 9 volte la dose tollerabile giornaliera di diossine e PCB, se consideriamo una persona del peso di 70 chili. Una donna di 50 chili, invece, supera di 13 volte la dose tollerabile giornaliera. Fondo antidiossina e Peacelink hanno precisato che “le analisi non riguardano i mitili di allevamento su palo e su galleggiante long-line (i più commercializzati, ndr), che godono di una situazione presumibilmente migliore, in quanto non poggiano sul fondale. La diossina non è idrosolubile. Può essere assorbita dai molluschi se i fondali inquinati vengono smossi, essendo organismi filtratori di acque torbide capaci di trattenere il particolato in sospensione nell’acqua”.

    Roma, 13 gen. (TMNews) – L’allarme lanciato da Fondo antidiossina e Peacelink sui Frutti di mare altamente contaminati da diossine e policlorobifenili (PCB) nel Mare Piccolo di Taranto trova conferme anche in analisi effettuate dalla Asl locale. Anche l’Azienda sanitaria ha infatti svolto dei campionamenti di mitili in quella zona e i risultati delle sue analisi proverebbero che in ostriche e cozze di fondale pescate nel Mare Piccolo si raggiungono “livelli di attenzione” e una “soglia di allarme” in merito alla presenza di diossine e PCB. Intanto il presidente della Puglia Nichi Vendola ha convocato per oggi alle 19, presso la Presidenza della Regione, un tavolo tecnico con i rappresentanti degli enti locali (Provincia e Comune di Taranto) e i rappresentanti di Asl e Arpa, “per valutare le possibili azioni da porre in essere per far fronte alle criticità emerse in fase di caratterizzazione delle aree a mare ricompresse nel SIN Taranto (‘Area Ovest Punta Rondinella’, ‘Mar Grande I e II Lotto’ e ‘Mar Piccolo’) sia in relazione alla matrice sedimenti che alla matrice biota”. All’incontro parteciperanno anche gli assessori regionali Nicastro (Ambiente), Fiore (Sanità) e Capone (vicepresidente).


  • Diossina su letto di verdure

    In Puglia ci sono 3 personaggi importanti, uno è Vendola, l’altro è Checco Zalone (appena salito sul palcoscenico) e l’ultimo è il sig. Diossina, con residenza a Taranto.

    La diossina sta sconfiggendo l’uomo, il suo creatore, o meglio, il suo guru. A Taranto sono stati abbattuti ben 1600 capi di bestiame, perchè contenenti una percentuale di diossina superiore alla norma. L’ipocrisia dell’uomo spinge a creare sistemi di controllo e di mantenimento, anzichè di eliminazione perenne della produzione ed emissione di sostanze nocive nell’aria.

    I cittadini si ribellano, creano class action per chiedere 3 miliardi di euro di danni, sbandierano il diritto alla salute e ciò che ricevono è una legge regionale che regola le emissioni fino ad un massimo di 2,5 nanogrammi a metro cubo, obiettivo finale, arrivare a 0,4 nanogrammi al metro cubo. Peccato che l’ILVA di Taranto non abbia ancora capito che se c’è la legge, bisogna rispettarla ed evitare problemi come quelli scoperti nei giorni scorsi.

    “Una scoperta senza precedenti”, così il TG Leonardo sulla terza rete, oggi ha annunciato la scoperta da parte delle autorità preposte, peccato però che ad aver scoperto l’acqua calda, prima o poi si rimane scottati. La diossina a Taranto c’è da sempre, almeno da quando l’ILVA ha aperto i battenti.

    L’ILVA, si proprio lei, la vera Taranto, la vera città, quello che chiamano città, oggi, in realtà è la periferia. L’acciaieria è grande il doppio di Taranto e le sue polveri arrivano dappertutto. Da casa mia, Noci (BARI), in lontananza si vedono le luci della bestia, nel balcone trovi cumuli di polvere, made in ciminiera.

    Nella città pugliese, una delle più invivibili d’Italia, dove il rapporto spazi verdi/uomo è pari ad una foglia d’insalata, la diossina ha raggiunto il cuore dell’economia tarantina, le cozze.

    Nella cozza tarantina è stata trovata una presenza di diossina superiore alla norma. La diossina è autorizzata nelle cozze fino ad un certo punto, poi suona l’allarme “abuso”. Ora andiamolo a dire a tutti gli amanti della cozza, del pesce crudo. Diciamolo ancora di più ai pescatori, a chi coltiva le cozze.

    L’economia ha la stessa legge della giungla, il più grosso mangia il più piccolo. L’ILVA pur di campare, preferisce ammazzare la gente e l’economia tradizionale del Mar Piccolo.

    Il Ministro Fazio, sentinella della sanità nazionale, blocca l’importazione di uova e carne dalla Germania, ma evita di fare controlli sul territorio nazionale, lasciando che i cittadini siano, relativamente, più tranquilli.

    Prepariamoci a gustare un ottimo trionfo di cozze alla diossina, su letto di verdure contaminate, contornate da tagliata di vitello morto avvelenato, tutto in salsa rosa.


  • Un sultano, un signorotto e un terzo polo

    C’era una volta un paese, non molto lontano, dove, da un po’ di tempo, un signorotto e i suoi secondini avevano messo su un partito politico che, i primi tempi era alleato con il sultano, uomo potente, ricco e impantanato in questioni giudiziarie, a causa della sua esportazione illecita di donne in Russia e per aver corrotto testimoni, per depistare le indagini e deviare una sua condanna.

    Tira e molla, tira e molla, il signorotto va su tutte le furie e decide di strappare l’accordo tra lui e il sultano, perchè “troppo immorale”, diceva.

    Passa il tempo e questo signorotto s’invaghisce e candida al parlamento il discendente della vecchia casa reale – il re era stato esiliato da quel paese dopo un referendum tra monarchia o sultanato e, com’era scontato, vinse il sultanato, ma questa è un’altra storia.

    Tornando al signorotto, sulle dichiarazioni che lasciava in televisione e sui giornali, parlava di un certo “centro”, “grande centro” o addirittura “terzo polo”, in contrasto con l’ala conservatrice, con a capo il suo vecchio alleato, il sultano e, senza mancanza di colpi, contro l’ala riformista e progressista del paese, con a capo un gruppo di persone – tra cui un mite personaggio in compagnia del suo sigaro e un giovanotto, un abile comunicatore, sempre tra la gente, che abitava nella zona centrale della sua città, difronte al mercato.

    Questo signorotto vede uno spiraglio quando, inaspettatamente, il delfino del sultano – un uomo con un passato estremista, pieno di inneggianti ricordi al regime totalitario che, occupò 20 anni della storia della sua terra, decise di allontanarsi, anche lui, dal sultano, ormai più preoccupato a salvare ragazze invece di pensare alla politica del suo sultanato.

    Il signorotto e il delfino abbandonato decidono di mettersi insieme e di creare questo benedetto “terzo polo”, assieme a loro si avvicina un impotente uomo con una margherita all’occhiello e le api che cercavano di accaparrarsi il nettare di quel fiore, senza riuscirci.

    Il signorotto, tuttavia, ha il suo partito un po’ in contraddizione con se stesso perchè, in tutto il paese, era diviso tra alleanze con l’ala progressista e altre con l’ala conservatrice, e in alcune parti, come ad esempio nel paese dell’abile comunicatore, era solo soletto.

    Il “terzo polo” o “grande centro” fate voi, col passare del tempo, diventa un agglomerato di delusi sia dell’ala conservatrice, che dell’ala progressista. Delusi si, ma non del proprio carattere, tant’è che per il progetto del signorotto si prospettano tempi difficili ed incerti.

    Dopo il gran polverone, sempre a causa del suo progetto, il signorotto ci ripensa e getta un osso al sultano, per fare pace e cercare di portare avanti la politica del sultanato insieme. Durante questo trambusto, il sultano non perde tempo e, tra una concubina e un’altra, progetta anche lui un nuovo partito che l’appoggiasse nel prossimo scontro politico ormai alle porte – secondo il suo consigliere del nord. Questo partito nuovo, si chiamava come il sultanato e da quel giorno, per essere parte integrante degli elenchi dei sostenitori, bastava essere in possesso della carta di cittadinanza, niente tessere, niente moduli da compilare, bastava il certificato di nascita nel sultanato.

    Lo stesso anno, si festeggiava l’aniversario dell’unità del sultanato, mentre un amico intimo del sultano, da tempo impazzito, minacciava di staccare dal territorio del sultanato la sua città natia. Ma questa è un’altra storia…


  • Il deserto fatto comunicazione

    Non concepisco il modo con cui, al giorno d’oggi, certi giornali e televisioni sono sul mercato, entrano nelle nostre case e ci inzuppano di spazzatura.

    Ritengo che la televisione debba essere la prima cosa da modificare, se vogliamo il cambiamento, nel nostro Paese. Tutte le vie di comunicazione devono essere rigorosamente riformulate, basta alla politicizzazione degli strumenti d’informazione, dei mezzi di comunicazione, la Rai deve diventare una SPA, con azionisti del calibro di Giovanni, Giuseppe e nonna Milena, semplici cittadini e telespettatori, con all’interno del Consiglio d’Amministrazione, non esponenti politici, ma rappresentanti delle compagnie teatrali, cinematografiche, sportive, un rappresentante dei piccoli azionisti e un delegato del Presidente della Repubblica come garante del rispetto delle norme costituzionali.

    Tempo perso criticare il budget televisivo di Mediaset, quella è una macchina di propaganda occulta. Rete4, Canale 5 e Italia1 riescono ad inserire nella testa delle persone un semplice concetto: diventate imbecilli. Ora, considerate le poche probabilità di essere popolare per quello che sto per dire, avviso tutti voi che il mio pensiero sulla televisione non ha nessuna differenza se Mediaset o Rai, ora come ora sono allo stesso livello.

    Un programma a mio avviso da eliminare è senza dubbio il “Grande Fratello”. Non è possibile vedere ancora, dopo 11 anni, gente (non tanto comune, tutta con un passato dietro le quinte di qualche spettacolo o raccomandati) rinchiusa in una casa extralusso, all’insegna di chi non si può permettere nemmeno di pagare la luce, con il peggio di trovarsi ogni giorno scene raccapriccianti, di qualcosa che non esiste, tutto finto.

    I giornali, quelli che prima erano considerati “la finestra sul mondo”, ora sembrano più una “finestra sulle strade di Napoli”, per tutte gli argomenti spazzatura, insulti, dossier antiuomo, considerazioni su basi politiche, invece che squisitamente oggettive.

    Internet stava per fare la stessa fine, prima D’Alia (UDC) poi Carlucci (PdL), i politici hanno tentato di infangare l’unico strumento d’informazione che nessuno, forse, riuscirà mai ad imbavagliare. Wikileaks ne è la conferma: un portale d’informazione che ha messo in ginocchio il più potente sistema del mondo, gli USA, è stato minacciato da una parte all’altra, senza mai però essere scalfito, perchè la verità fa male, ed è difficile da nascondere.

    Tanti sono stati e sono tutt’ora, i blog nel mirino dei politici, per una “leggera” antipatia nei confronti dei contenuti che risiedono nelle righe dei loro post, tanti sono gli esponenti di partito o portavoce di ideologie che, chi prima chi dopo, hanno aperto un loro blog, un loro spazio web dove condividere e mettere in vetrina le loro “idee” e i loro progetti. C’è chi ne ha tratto vantaggio, vedi Beppe Grillo, e c’è chi è stato bombardato di insulti e parolacce (a mio avviso meritate), vedi Clemente Mastella.

    Il web prenderà il posto del cartaceo e del tubo catodico, i cristalli liquidi e i led verranno utilizzati principalmente per la costruzione di schermi per computer, tablet e dispositivi informatici. I giornali passeranno sul web definitivamente, e guai a loro a scrivere fesserie, abbandonando il cartaceo, prima di tutto per ragioni ambientali ma anche per ragioni di sopravvivenza (ricerca dei lettori), il New York Times ha annunciato che entro il 2015 passerà integralmente sul web, lasciando il cartaceo.

    La televisione? Che fine farà Minzolini? Il “direttorissimo” camperà fino a quando camperà Berlusconi, dopo di che, addio alla pelata dello slinguazzatore in cravatta. L’esempio di Minzolini è l’esempio chiave di tutti coloro che lavorano in televisione grazie all’aiuto di parenti, amici, conoscenti e amici di amici, con ruoli politici. Il TG1 è il telegiornale filo-governativo per eccellenza, lo è da una vita, lo sarà sempre? Se la RAI rimane politicizzata, certo.

    In una televisione di Stato, quindi pubblica, non bisogna creare due programmi apparentemente uguali, come “Annozero” e “L’ultima parola” solo perchè uno ha un conduttore che fa faville, ma è di sinistra, mentre l’altro di scintille non ne fa nemmeno con l’accendino, ed è palesemente spostato a destra, anche nei suoi modi di porsi con gli esponenti politici.

    Si crea la Par Condicio, status necessario per tutto ciò che è pubblico, ma senza ping pong mediatico e da palinsesto.

    Cosa ne pensate? Riusciremo a vedere un’informazione leale? Ricca di contenuti e non di spazzatura? Io lascio il punto interrogativo.


  • La bandiera del sogno

    Non so cosa mi stia prendendo, eppure sono ben cosciente delle mie possibilità e dei miei obiettivi. Non riesco a capire perchè questo 2011 ha come mio primo pensiero i 150 dell’Unità d’Italia.

    Ho una gioia immensa nel sapere che questo anno sarà un periodo speciale per il nostro Paese, 150 anni di stare insieme, 150 anni di condivisione di obiettivi, 150 anni di sconfitte e di vittorie, 150 anni di problemi sociali, 150 anni di speranza civile, 150 anni di Storia, la Storia con la S maiuscola, un arco temporale che ha segnato le vite di tutti noi, e forse il destino del mondo intero.

    La voglia di conoscere, di approfondire, di apprendere cosa realmente è accaduto in questi 150 anni di Italia, mi hanno spinto ad avvicinarmi a testi storici che testimoniano non solo gli avvenimenti ma anche gli umori della gente di quel tempo, la gente del nostro passato, della nostra neo Italia.

    Torino, Firenze, Roma, sono 3 tasselli importanti, 3 solchi profondi che hanno indirizzato la cultura del nostro tempo e della nostra Nazione.

    Quanti hanno dato la loro vita per realizzare il Sogno? Quanti hanno combattuto e hanno trovato la morte in battaglia? Sulle montagne? Sulle colline e sulle pianure della nostra penisola?

    Abbiamo sofferto parecchio, ma l’abbiamo fatto da Italiani, indipendentemente se monarchici o partigiani, l’importante è che desideravamo essere un paese unitario. Al Sud, la Resistenza non è mai stata vissuta realmente, il Sud era prevalentemente monarchico quando, durante la Seconda Guerra Mondiale, l’Italia fece i conti con gli occupanti e la cultura che portavano dietro di se.

    L’Italia nella sua Storia, dovrebbe ringraziare la sorte, dovrebbe ringraziare il fatto di essere stata occupata dalle truppe anglo-americane, portatrici di una cultura democratica e di libertà individuale, simbolo madre degli Stati Uniti d’America.

    Tante è l’emozione che mi provocano questi festeggiamenti, io festeggio con sincerità i 150 anni dell’Unità d’Italia, pur essendo in vita da soli 17 anni, mi sento italiano da sempre e, a differenza di chi denigra il Paese, ne vado fiero e potrei gridarlo nel mondo, senza vergognarmi.

    Non mi vergogno affatto perchè, da quando ho appresto e costruito una mia coscienza critica, combatto ogni giorno contro il malessere e il ripudio sociale che c’è intorno. Non mi vergogno perchè ho il coraggio di dire che la politica italiana ha distrutto un’immagine bellissima di questo Paese e che personaggi del calibro di Bossi e Berlusconi, farebbero bene a smammare dalla loro posizione istituzionale, perchè è proprio quel sistema politico che loro occupano ad essere stato sudato con il sangue da chi volle l’Italia unita. Gli errori inimmaginabili di questi due esponenti politici e tutti i loro segugi al seguito, sono proprio l’aver, uno, denigrato e violentemente descritto gesti associati al Tricolore Italiano, aver fatto distinzioni tra settentrionali e meridionali, aver creato un partito che ha come principale obiettivo quello della secessione e della nascita della “Padania”, territorio corrispondente alla valle oltre il Po, terra italiana che ha conosciuto la Resistenza e il sangue di chi ha sofferto ed è perito per dare la possibilità che il Tricolore potesse sventolare dai balconi delle abitazioni e dei monumenti. L’altro, per aver stretto alleanze con certi personaggi e, oltre tutto, per i suoi gravissimi errori politici, giudiziari e sociali, che hanno messo il Paese in una grave situazione, diplomatica, d’immagine e di crescita.

    Il Presidente della Repubblica, garante dell’Unità Nazionale, ha espresso a Reggio Emilia le sue considerazioni in merito e non posso non trovarmi in completo accordo con quanto ha affermato. E’ giusto reagire a tali comportamenti, perchè faremmo del male non solo alla Storia e al ricordo dei patrioti italiani, ma faremmo del male alla nostra libertà, alla nostra appartenenza, al nostro senso civico e al nostro futuro.

    Tornerò ancora a parlare dei 150 anni dell’Unità e con grande piacere.


  • Il diritto di aver diritto

    E’ proprio vero, il nostro Paese non è libero. Cosa intendiamo per libertà? Anzi, Libertà, con la L maiuscola, quella di cui parla la Costituzione Italiana? Pensiamo che la Libertà sia solo poter costruire un palazzo? Poter votare? Poter decidere cosa fare nella vita? Poter decidere cosa indossare? Poter scrivere quello che si vuole? Poter giudicare tutto e senza vincoli? Poter stampare qualsiasi cosa e distribuirla in giro? Poter conoscere chiunque senza problemi? Poter entrare in tutti i luoghi comuni? Poter creare luoghi comuni? E cos’altro? Tutto, tranne una cosa, forse la più importante di tutte, la famiglia.

    La famiglia pare essere una cosa naturale, un tassello della nostra vita che nessuno può negarci, peccato che tutti siamo avari, o almeno la gran parte di noi non viene minimamente toccato da ciò che, ogni giorno, una coppia omosessuale prova. Forse dovremmo incominciare a capire quanto sia importante garantire la libertà a 360°, certo regolamentata dalle leggi, ma queste leggi possono garantire il diritto di famiglia anche a chi non risulta rientrare nel contesto, per modo di dire, della famiglia tradizionale.

    Quanti sono gli omosessuali? Tanti e molti non sono dichiarati. Questo significa che moltissime famiglie omosessuali, per lo Stato non sono famiglie. Nuclei di persone con le stesse caratteristiche di quelli tradizionali: lavoratori (in questo periodo è un po’ difficile però…), contribuenti, insomma, numeri per le casse dello Stato, ma non per l’elenco delle famiglie ufficializzate, per quale motivo?

    La laicità in Italia è sempre stata una questione irrisolta, la cultura che è stata tramandata, fino ad oggi, ha trasportato un senso di incompiutezza e di incomprensione su ciò che realmente è la laicità, vivere ed agire da laici.

    La laicità è sinonimo di rispetto, la laicità non la si estende solo nel campo religioso, ma anche sul piano strutturale della società, una società è laica quando accetta e rispetta ogni singola decisione e fa leggi che regolino i diritti e la libertà di scelta del singolo individuo.

    La laicità nella religione significa che lo Stato rispetta tutte le religioni e non avvantaggia nessuna di esse, in Italia pensate sia così? Io non credo.

    La laicità nel lavoro significa che lo Stato rispetta ogni lavoro ed ogni lavoratore, senza creare un vantaggio per uno anzichè per l’altro.

    La laicità nella famiglia significa che lo Stato rispetta ogni famiglia e ogni tipo di famiglia, da quella tra uomo e donna a quella tra persone dello stesso sesso, mi pare che in Italia ci sia una leggera controtendenza in merito.

    Insomma, la laicità è tutto, peccato però che l’Italia di laicità non ne vuol sentir parlare, perchè se ci fosse un senso di rispetto del diverso, saremmo un paese in cui si rispettano tutte le famiglie, tutti i cittadini, si rispetterebbe la minoranza in Parlamento (dagli atteggiamenti di alcuni parlamentari di centro-destra, la cosa pare essere un tantino diversa), significa rispettare chi la pensa diversamente e garantire che quella persona possa realizzare il suo progetto, un progetto che può essere di vita, di lavoro e qualsiasi altra decisione.

    Viva la Laicità. Quella vera però.