• Si torna in radio!

    Si torna in radio!

    Sono un po’ emozionato. Oggi pomeriggio, alle 18, ricomincio in radio e non vedo l’ora di trovarmi davanti ai microfoni per passare un’ora a discutere con gli ospiti di argomenti di strettissima attualità, di cultura, di politica.

    Ospiteremo Giacomo Sbalchiero, fondatore e SEO di SuperFred.it e parleremo di Share Economy, di cultura ed editoria.
    Nella seconda parte del programma, invece, Paolo Sutera, redattore di TvBlog, discuterà insieme a noi di Netflix e del futuro della televisione ai tempi della tecnologia.

    Vi aspetto, oggi, alle 18.00 su RadioJP.
    Saremo in diretta! Miraccomando!

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  • L’e-government è una cosa bellissima. Quando in Valle D’Itria?

    L’e-government è una cosa bellissima. Quando in Valle D’Itria?

    È stato presentato, a Bari, il nuovo sito di e-government dell’Area Vasta Metropoli Terra di Bari, con la città di Bari come capofila e altri 30 comuni al seguito.

    Egov.ba è il portale dove ogni cittadino potrà richiedere certificati erogabili dagli enti di competenza territoriale – sono tutti elencati all’interno del sito – consentendo una sburocratizzazione degli enti e una più facile modalità di reperimento dei dati utili ai cittadini, reduci da lunghe file e vari problemi legati all’organizzazione.

    Il portale, tuttavia, poiché nasce per il tramite dell’Area Vasta, non tocca tutti i comuni della Città Metropolitana di Bari, lasciando fuori i comuni appartenenti all’Area Vasta Città Murgiana (Gravina in Puglia come capofila, Altamura e Santeramo in Colle) e i comuni baresi appartenenti all’Area Vasta della Valle D’Itria (Monopoli come capofila, Alberobello, Cisternino, Locorotondo, Noci, Putignano, Castellana Grotte e Martina Franca).

    Un sistema di erogazione dei servizi utile e conveniente sia per le Amministrazioni che per i cittadini.

    Speriamo che anche l’area vasta della Valle D’Itria si attrezzi di uno strumento del genere e al più presto.


  • Le sinistre e l’ennesimo laboratorio. Che palle!

    Le sinistre e l’ennesimo laboratorio. Che palle!

    Nichi Vendola ci riprova. Dopo Human Factor, adesso è il turno de “La Sinistra che cambia”. Stesse tonalità e stessi contrasti di colore, forse il font è leggermente diverso, ma per il resto siamo lì. Nulla di nuovo.

    Eppure Vendola dice di voler fare sul serio questa volta (quindi le altre volte si giocava, mi par di capire).

    “C’è bisogno di una sinistra di governo, capace di saper andare oltre le divisioni e oltre gli steccati” ideologico-opportunistici che hanno movimentato la vita a sinistra, nella politica italiana, da ormai anni (aggiungerei io, se proprio devo).

    Eppure tutto ciò nasce dall’ennesimo steccato, dall’ennesima divisione tra una parte della sinistra e tutto il resto della realtà che ci circonda. La Via Lattea dei partiti della sinistra pareva ormai fermo nella sua espansione, ma dopo l’ennesimo “non ci sto”, una nuova stella brilla nel cielo. Che si chiami Possibile o SEL o Coalizione Sociale, poco è importante, alla fine ci sarà sempre qualcosa che dividerà uno dall’altro e la ricerca della perfezione, dell’omogenea visione politica porterà sempre ad una frantumazione.

    Certo, si potrà ottenere una congiunzione di sigle, di movimenti e partiti in una sola “casa”, ma il cemento con cui quella casa sarà costruita è, diciamocelo, l’ennesima logica di contrapposizione, l’ennesima crociata verso il governo di turno, verso le politiche e le riforme. Bene la contrapposizione politica, ma quando è marcata da una visione chiara di cosa si vuole e di come si vuole realizzarla. Tutto il resto è pura rissa.

    Per dirne una, in conclusione, sembra una continua di quel teatrino messo in scena a Roma. Sinistra Ecologia e Libertà aveva chiesto le dimissioni di Marino, come aveva evidenziato il post a nome di Fratoianni, poi fatto sparire, mentre si esultava nel momento in cui le dimissioni arrivarono per davvero, accorgendosi, dopo qualche giorno, che Marino era diventato “l’anti-Renzi” romano e quindi un ripensamento sul Sindaco dimissionario era più che necessario, arrivando addirittura a non dimettersi davanti al notaio per far decadere l’Assemblea capitolina; raggiungendo la fantascienza quando, o per gioco o per qualche problema logico-cognitivo, tramite le agenzie si faceva girare la notizia che Ignazio Marino, prima simbolo del PD e di Mafia Capitale (quest’ultima viziata da una forte ignoranza sul tema), fosse in ballo come possibile candidato delle sinistre nella Capitale.

    Roba da matti!

    Nell’attesa, assistiamo all’ennesimo cambiamento di una sinistra che non cambia mai.


  • Percorrere quel sentiero

    Prevedo la spoliticizzazione completa dell’Italia: diventeremo un gran corpo senza nervi, senza più riflessi. Lo so: i comitati di quartiere, la partecipazione dei genitori nelle scuole, la politica dal basso… Ma sono tutte iniziative pratiche, utilitaristiche, in definitiva non politiche. La strada maestra, fatta di qualunquismo e di alienante egoismo, è già tracciata. Resterà forse, come sempre è accaduto in passato, qualche sentiero: non so però chi lo percorrerà, e come.

    Pier Paolo Pasolini


  • In difesa di Cantone e del ruolo che rappresenta

    In difesa di Cantone e del ruolo che rappresenta

    Oggi, sul Foglio – che mi regala sempre argomenti interessanti su cui riflettere – ha suscitato il mio interesse un articolo di Salvatore Merlo dal titolo “Modello Conchita Wurst”. Non è stato tanto il titolo ad attirarmi, quanto il fatto che, in allegato a quell’articolo, ci fosse la foto di Raffaele Cantone, magistrato e attuale Presidente dell’Autority Anticorruzione.

    Cantone è un magistrato che si è guadagnato il buon nome sul campo, nella lotta alla Camorra. Proprio per quello che rappresenta e che ha dimostrato, è stato posto, dal Governo Renzi, a capo della Anticorruzione, l’autorità nazionale con amplissimi poteri di controllo su appalti pubblici e Pubblica Amministrazione con l’obiettivo di stanare il cancro della corruzione, ormai presente in ogni grande appalto di cui si abbia memoria negli ultimi anni.

    Merlo, dalle colonne del quotidiano diretto da Cerasa, accusa Cantone di fare politica. Il j’accuse arriva all’indomani della dichiarazione del capo dell’Anac sulla Capitale: “Milano è la nuova capitale morale del Paese, Roma non ha anticorpi”. Secondo il giornalista questa è una dichiarazione “da politico”. Io non ci vedo nulla di sbagliato, anzi, è opportuno chiarire un punto: Cantone in questo momento non sta svolgendo il suo ruolo in qualità di magistrato, quindi quello che Merlo afferma è un’inutile e sterile polemica.

    L’Autorità Nazionale Anticorruzione, per l’appunto, potrebbe benissimo essere presieduta da chiunque sia gradito al Governo, non per forza da un magistrato. Diciamo che essere magistrato, mentre si svolge quel compito, ti offre una marcia in più, perché sai come muoverti nello scovare il marcio. Ecco perché è importante che ci sia un togato alla guida di quell’autority ed ecco perché Cantone è la persona giusta, curriculum alla mano.

    Che poi, inutile è, anche, la polemica sulla dichiarazione in sé: è evidente che Milano goda di ottima salute rispetto alla Capitale, checché ne dicano gli esponenti della destra romana ovvero coloro che hanno portato alla rovina Roma, Alemanno docet).

    Quindi, ricapitolando: se sei un magistrato ma vieni chiamato dal Governo a presiedere un’autorità che contrasti, in lungo e in largo, la corruzione puoi, anzi, devi, intervenire con dichiarazioni che sanno (passatemi il termine) di politica, perché c’è un obiettivo morale, oltre che fattuale, in quell’Autorità.
    Stefano Merlo, quindi, ha preso un palo, magari era troppo distratto nell’ascoltare Conchita Wurst, quella che lui stesso definisce ermafrodita, che “non si sa cosa sia”. Un po’ come, sempre secondo Merlo, un magistrato che fa politica.

    Per l’ennesima volta ce la prendiamo con chi cerca di risolvere i problemi e non con chi li crea. Va tutto bene.


  • L’amore è uguale per tutti

    Anche io aderisco alla campagna #lamoreeugualepertutti.

    Italia, è arrivato il momento.


  • C’è un po’ di complessità

    in quello che accade a Roma.

    Una chiave di lettura la da Claudio Cerasa, oggi, sul Foglio. (Il link rimanda ad un sito terzo perché è un contenuto riservato agli abbonati).


  • De Luca? Personaggetto.

    Che De Luca fosse conosciuto di più per il suo modo di esprimersi che per le sue doti politiche è ormai evidente, purtroppo. Crozza non ha bisogno di inventare nulla, gli basta leggere i giornali o guardare sue interviste.

    Ma fin quando si parla di “Frullino sei il mio battito d’ali” ci scappa il sorriso e va tutto bene, ma arrivare ad accuse pesanti, oltre l’ironia e la battuta, non può essere tollerato, neanche in nome della più alta libertà di espressione.

    “Alla Bindi rimprovero la sua stessa esistenza”, “per me lei è impresentabile sotto ogni punto di vista”. A Cenzino De Luca è scappata una nota stonata, gettandosi a peso morto nell’immensa arroganza in cui ci sguazza un giorno sì e l’altro pure.

    Ma nel Paese dove tutto è lecito e accettabile, anche questa volta si perderà l’occasione per affermare un concetto semplice e chiaro: a rispettare le Istituzioni non devono essere soltanto i cittadini elettori, ma anche e soprattutto quelli eletti.
    Un Presidente di regione che offende in diretta televisiva il Presidente della Commissione bicamerale Antimafia è stato uno spettacolo indegno, indecoroso e incivile. Nell’ottica del rinnovamento questo non può essere tollerato e Renzi, il Governo e, soprattutto, il Partito Democratico devono prendere una posizione, richiamando all’ordine Vincenzo De Luca, minacciandolo di espulsione dal partito.

    Certo, espulsione è una parola grossa, perché per espellere uno come De Luca – dopo molteplici richiami o ammonizioni – il PD dovrebbe dar peso al valore umano più che al valore elettorale. Tuttavia, un primo segnale arriva dal Ministro Boschi, che ringrazio.