Il valore delle minoranze

O meglio dire “della minoranza”, al singolare, perché il PD attualmente ne ha una sola, soprattutto dopo l’indecente allineamento di Cuperlo alla linea del Segretario.

Non ho potuto fare a meno di notare, in giro per i social network, che ormai tutti si sentono segretari del PD e tutti vogliono dettare la linea politica a quello e quell’altro, senza una benché minima idea di cosa significhi pluralità (democrazia è troppo generico e si potrebbe rincorrere nell’emblematico “eh ma..Renzi ha preso un sacco di voti, più democrazia di questa…”).

Molti politologi e statisti dell’ultim’ora, dopo la presa di Palazzo Chigi da parte di Matteo Renzi, credono che la soluzione migliore, quella giusta, sia cacciare i dissidenti interni.
Ora, fermatevi un attimo e riflettete sulla gravità in cui sta sguazzando il dibattito interno al Partito Democratico. C’è da mettersi le mani nei capelli.

Quello che si sta cercando di fare è eliminare l’opposizione interna al PD rispetto alla linea di Renzi. Un vero tocco da nostalgici del fascismo, seppur spostato a sinistra.

Provo noia ma anche un po’ di compassione per coloro i quali, da ormai un po’ di giorni, non riescono più a dormire sereni e sognare una Smart o una Giulietta fermarsi e caricarli nel portabagagli. #Statesereni! Che diamine! Capisco che molti di voi fino a qualche tempo fa hanno assistito dalla finestra perché “questa politica così nun ce piace“, aspettando il principe azzurro e il suo cavallo alato (più che azzurro è arrivato viola, con la maglia della Fiorentina), ma abbiate la pazienza di capire cosa significhi vivere in un partito non personale. Ripeto, non personale.

Che poi, vorrei proprio capire quale sia la genialata di quelli più a sinistra del PD che vogliono Civati fuori dal partito, che, peraltro, si aggiungono ai supporters di Renzi (un ossimoro politico). Spiegatemelo, perché io non riesco proprio a concepirlo. Nuovo soggetto? Costola del PD? E che senso ha? Io preferisco combattere all’interno e spaccarmi i denti, piuttosto che rendermi la vita facile (più che vita direi pseudovita).

Voglio farla breve, ringraziando tutti coloro che mi criticano per il mio “essere più a sinistra del PD” e che mi chiedono il motivo della mia permanenza tra i democratici. Ve lo dico chiaro e tondo, a caratteri cubitali e spero di ripeterlo ogni giorno, così magari convinco qualcuno che la pensa diversamente: il Partito Democratico è la mia casa. Nel PD voglio impegnarmi al massimo, perché è un partito dagli enormi potenziali e che, più di avere una vocazione maggioritaria, direi abbia una vocazione democratica. Se fossi stato in un altro partito, non sarei mai cresciuto politicamente (anche se ho molta strada da fare, ancora) e non avrei quella sana ambizione (parola pericolosa, al giorno d’oggi) di poter essere parte del rinnovamento e non protagonista come qualche Presidente del Consiglio incaricato si crede di essere.
Andiamoci cauti, la situazione è delicata e va affrontata con il massimo riserbo e la massima serietà. Insomma, se prima il PD era diviso tra ex, oggi c’è una rivalità tra concezioni di partito e non interessi di simboli e correnti. È o non è migliorato il dibattito interno al PD? Perciò basta irritanti predicatori.

Cercasi persone che vogliono combattere per un’idea di partito e di Paese. Astenersi perditempo e rivoluzionari da tastiera.

Ps. ecco due esempi di messaggi che ho trovato su Facebook. Due tra tanti, ma giusto per farvi capire a che livello di dibattito siamo arrivati.

esempio2

esempio1

esempio3

Vorrei un dibattito più serio, è possibile?

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