Siamo arrivati ad un punto davvero difficile. Non saprei come definirlo. I giornali parlano di una transumanza. Chi di uno sgocciolio di quel che resta di Scelta Civica. Non importa come definirlo, fatto sta che rappresenta il peggio della politica. Checché se ne dica (e checché ne dica Renzi).
Pietro Ichino, Linda Lanzillotta, Alessandro Maran, Gianluca Susta e Irene Tinagli sono ex dem che tornano “a casa”, almeno stando alle parole di Guerini. A loro si aggiungono il vice ministro allo Sviluppo Economico, Carlo Calenda, l’attuale sottosegretario ai Beni Culturali (nonché ex Presidente della FAI) Ilaria Borletti Buitoni e il ministro al MIUR, Stefania Giannini.
Ora, questi spostamenti ad muzzum puzzano sempre. Non erano accettabili con Scilipoti e non capisco perché debbano esserlo ora. Certo, qualcuno l’abbiamo reso un’icona (vedi Razzi), ma va be.
Bersani chiede che ci sia una giustificazione politica al cambio di casacca, qualcuno (Gianluca Susta) dice che in realtà non si tratta di un vero e proprio approdo nel PD, in quanto non tutti – degli 8 – faranno la tessera al partito. Susta, oltre tutto, ha anche spiegato che non ha la benché minima intenzione di aderire al Partito Socialista Europeo (lui è vice presidente del Partito democratico europeo). Vade retro sinistra, per intenderci. E questo è, di per se, preoccupante. E non poco.
Ma Ichino, Lanzillotta e tutti gli ex, hanno una macchia sulla loro dignità, grossa quanto l’Africa sulla cartina geografica: essere fuggiti. Personalmente, con il mio partito, vivo da un po’ di tempo un periodo turbolento, ma non mi è mai passato, neanche nell’anticamera del cervello, di lasciare il mio partito per approdare in qualcosa di indefinito o anche di definito (i famosi progetti delle sinistre). La mia casa è il PD. Punto. Anche se con la maggioranza del PD, su alcune cose, non sono d’accordo. Preferisco combattere.
Chi oggi torna, per me vale meno di zero (politicamente parlando, si intende). Che credibilità hanno, se passano da una parte all’altra, dopo essersi accorti che la zatterina su cui avevano deciso di salire stesse sprofondando? Facile tornare quando la strada è ormai priva di ostacoli per le vostre idee. Che razza di politica praticate? Se politica la si può chiamare.
Perciò, vi sono sincero: sono un iscritto al Partito Democratico che vi avrebbe chiuso la porta in faccia, o che vi avrebbe, quantomeno, buttato dell’acqua gelida dal balcone, al primo suono di campanello. Perché è questo che meritate. Nient’altro. Sì, lo so, c’è la Parabola del figliol prodigo. Ma io di figliol prodighi non ne vedo.
Ps. non usciamocene con la storia del “partito a vocazione maggioritaria”, perché la vocazione maggioritaria è altra cosa dall’emigrazione di parlamentari. Perché manca la politica, che dovrebbe essere alla base della vocazione maggioritaria che, sia chiaro, io sostengo con convinzione. Ma capite che non può essere un comunicato del Premier a crearla. E non può essere una giustificazione alle miriadi di casacche cambiate (fino ad ora, in Parlamento, in 173 si erano candidati con il partito sbagliato).
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