Categoria: Politica


  • Mas(s)sìchemmenefrega

    La semplicità utilizzata da personaggi di livello della società ITALIANA, mi lascia pensare che di moralità ce ne sia ben poca, oppure tanta, ma sbagliata. Mauro Masi, direttore generale della RAI, di recente sulla bocca di tutti e anche da qualche altra parte, a causa dei suoi continui interventi al palinsesto, con il tentativo di censurare o di modificare i piani degli autori di programmi come Ballarò, Annozero, Vieni Via Con Me, Report e molti altri. L’Usigrai (Unione Sindacale Italiana Giornalisti RAI) ha avviato un referendum interno all’azienda, riusciendo a chidedere a 1.438 dipendenti dell’azienda televisiva di Stato, con contratto giornalistico, di telecineoperatore e anche con incarichi dirigenziali, cosa ne pensassero del loro DG e chiedendo la sfiducia dello stesso e quindi l’allontanamento dal suo ruolo. Su ben 1.878 aventi diritto, come già detto, ben 1.438 hanno votato per il referendum, avendo come risultato ben 1.314 pareri favorevoli alla sfiducia. Ora ci si chiede cosa accadrà dopo questa votazione interna: sarà tanto onesto Masi da lasciare il suo bel stipendio di 715.000€/anno e di sparire dall’azienda, lasciando il posto a qualcuno che se lo merita e che di certo non censura nessun programma? Dalle sue affermazioni, perdiamo ogni speranza, sempre di mezzo la politica, quando gli sta bene la politica la si tiene su un piatto d’argento, quando invece ci tocca di prima persona, per politica si intende quel modo di fare fastidioso e pieno di parole e sondaggi e di sfiducie. Miciomao Masi deve lasciare il suo ruolo, riusciranno i dipendenti a mandare a casa il loro direttore cens(urat)ore generale? Ai cavilli l’ardua sentenza.

    Complimenti alle forze dell’ordine che hanno arrestato il capo della camorra Antonio Iovine. Peccato che il Governo abbia tagliato i fondi per le intercettazioni e per le stesse forze armate.


  • Il vecchio pallino del nuovo

    Quando il politico chiede il rinnovamento va apprezzato. Matteo Renzi, classe ’75, sindaco di Firenze, Partito Democratico, rottamatore. Nel primo partito del centro-sinistra, di correnti ce ne sono a buttare: una più brutta delle altre. Ce n’è una in particolare che non rientra nella categoria delle correnti, è quella dei cosiddetti “rottamatori”. Il giovane sindaco, sin da quando era presidente della Provincia di Firenze, parlava di cambio generazionale e sinceramente vederlo eletto presidente della provincia a soli 28 anni è qualcosa di strabiliante, non solo per lui e per la politica, ma soprattutto per i cittadini che hanno capito quanto fosse grande il bisogno di rinnovamento e di aria nuova. E nel resto del Paese? Renzi sta diffondendo il desiderio di cambio generazionale, ogni giorno, quando parla di limite massimo di 3 mandati parlamentari e poi a casa, parla di qualcosa che dovrebbe essere nella natura delle cose, nel modo di fare semplice e coerente della politica, una politica che ormai non esiste più e che col passare del tempo sparisce e lascia spazio alla demagogia e al populismo. Il sogno di un vero italiano? Riavere la politica. Ritornare alla Prima Repubblica? Mai! Rimanere nella Seconda? Manco per sogno! Entrare in una nuova fase? Si, è questo quello che vogliamo. Entrare in una nuova fase della Repubblica Italiana, avviare una Terza Repubblica che parli non di grandi partiti o di leader carismatici, ma di programmi sostanziosi e soprattutto concreti. Il programma elettorale non è un semplice documento da presentare alle elezioni, per essere votati e magari eletti, ma un vero e proprio biglietto da visita della politica. Un candidato sindaco, non può fare affidamento solo ed esclusivamente al suo carisma o al suo modo di essere presente tra la gente, ed a volte non corrisponde con il vero essere di una persona, ma deve necessariamente affrontare un discorso programmatico. Il candidato ad una poltrona non può pretendere di prendere in mano la situazione che si troverà davanti, in caso di vittoria, e dire: “bene, ora vediamo, pensiamo e poi andiamo avanti. I problemi verranno fuori e quando usciranno allo scoperto penseremo a come risolverli”. No, non è assolutamente così. Chi si candida ha il dovere di presentare un progetto ai cittadini e quest’ultimi devono scegliere in base ad esso. Dopo la campagna elettorale e le elezioni, il politico eletto ha il dovere di mantenere le promesse e di rispondere ai cittadini. W i giovani! Abbasso le menzogne!

    PS: Andate a votare alle primarie del centro-sinistra a Milano.


  • Speranza. Ultimo arrivo.

    Ma noi, abbiamo bisogno di ritrovare la speranza o un leader coi fiocchi? Secondo me uno e l’altro. Il primo, perchè è necessario ritrovare la credibilità e la sincerità con cui ognuno di noi dovrebbe affrontare la sua vita in società. La speranza è sinonimo di cambiamento, di sincero augurio di rinnovamento. Senza la speranza un popolo non vive, ma allo stesso tempo non riesce a progredire. La politica si fonda sulla speranza. C’è poco da fare. Attenti però a chi di sola speranza vive o fa politica, è meglio lasciarli sull’uscio della porta, potrebbero solo far danni. “Chi di speranza vive, disperato muore” diceva il vecchio saggio. Il nostro Paese? Disperato campa. La speranza gli italiani l’hanno persa da un po’. Ma fanno bene. Con questa classe dirigente c’è poco da sperare. Quando cambieremo? Io lo so: quando arriverà una persona che riuscirà ad unire disperati e speranzosi ed a portarli davanti alla realtà. Il leader? Parola forte? Non credo. Sapete, per me il leader deve fungere da collante. Senza un leader la politica non cammina, ci sarà sempre qualcuno che porterà l’acqua al suo mulino e si andrà a ruota libera. Abbiamo bisogno di un leader, e ne avremo bisogno sempre. Forse potremo farne a meno tra 500 anni, quando la mentalità sarà cambiata (si spera) e la politica verrà fatta da gente controllata dai cittadini e soprattutto altamente qualificati. L’Intelligenza Emotiva? Utile. Anzi, utilissima. La ragione di questo malessere targato Italia? Di intelligenza emotiva ne vedo ben poca. Vedo solo “intelligenza furtiva”, repertorio di come rubare meglio al pubblico a beneficio del privato. Non meravigliamoci se qualcuno evade le tasse, lo fanno chi oggi dovrebbe dare l’esempio. E purtroppo l’esempio dato viene seguito alla perfezione. Non c’è che dire. Non fa una piega. Cambieremo? Io spero di si. Quando? Io spero prima possibile. Grazie a chi? Io spero arrivi prima possibile, chiunque sia. Spero troppo? Dite che morirò disperato? Spero proprio di no. Ah! A proposito! La speranza risiede nei giovani? Spero di si.


  • Il paradosso dell’elefante

    Conoscete il “paradosso dell’elefante”? E’ quel complesso psicologico in cui prima di avviare una discussione si fa una premessa: “non devi pensare all’elefante”, dopo 10 minuti pensi solo ed esclusivamente all’elefante. Bene, la sinistra soffre di questo complesso e fino a quando non sarà guarita, squazzerà nell’oblio della non-essenza. Il centro-sinistra parte con il buon intento di non nominare minimamente Berlusconi, ma puntualmente cade nel fossato e diventa solo ed esclusivamente anti-berlusconiana. Male! Molto male! Vendola? Il caro governatore della Puglia, da me stimato per le sue abilità oratorie, rende una bandiera splendente l’essere anti-anti-berlusconismo. Ma nessuno si accorge, a quanto pare, che essere anti-anti-berlusconiani equivale ad essere berlusconiano nella forma e nei contenuti. Certo, è giusto, il pensiero della sinistra deve ritrovare il senso di un passato ormai perso. Conosceremo la vera sostanza della sinistra, quando il Paese sarà al limite delle proprie forze e l’attuale presidente del consiglio deciderà di ritirarsi a vita privata o comunque accetterà il rinnovamento politico, di un paese che per 20 anni a visto le medesime persone avvicendarsi in ruoli soliti e alle solite situazioni fare capo. Le componenti giovanili di qualsiasi corpo, di qualsiasi gruppo di lavoro, sono e saranno sempre il motore e la garanzia per il gruppo principale, di un recipiente di idee e di nuova classe dirigente di tale gruppo. Consideriamo la questione del PD. Il PD, nato nel 2008 prima delle elezioni politiche, primo segretario Veltroni, insomma, non devo raccontare tutta la storia del PD, basta andare qui e troverete tutto quello che volete. Dicevo, la questione PD: il primo partito del centro-sinistra, vanta di avere una componente giovanile solida e ben strutturata che vede e sente poco, l’unione di due partiti precedenti, quali DS e Margherita (i più grandi). Ma il PD, sa sempre tendere la mano ai giovani? E soprattutto, cosa intendiamo per giovani? Se la verità fosse quella che vediamo tutti i giorni, diremmo che si, il PD tende la mano ai giovani, Bersani ha compiuto un bellissimo gesto, quel giorno in cui ha incontrato tutti quei GD a Roma. Ma gli altri? I dirigenti locali? Regionali? A quanto pare il PD ha bisogno ancora di crescere, di TROVARE e non di RItrovare quel senso di compattezza emotiva e pratica. Ci riusciremo? Io penso di si. E voi?


  • Solar “Sogni” City

    “…baricentro più basso, interni in pelle, tettoia con panoramica, consumi minimi, cerchi in lega, gps, controllo automatico di guida, servosterzo, sedili vibranti anti-reumatismi, aerodinamicità, spazio abbondante, impianto stereo a 10 uscite audio…” Sono le caratteristiche tecniche delle auto nuove di zecca. L’automobile, mezzo incontrastatamente più utilizzato nel XX secolo, ha subito un forte cambiamento da quando fu inventata. La casa, esiste dal tempo degli homo sapiens e forse anche più, ma oltre che a garantire fresco in estate e caldo in inverno, con qualche cambiamento nello stile di costruzione, non è riuscita ad essere al passo con l’auto. In Austria, l’urbanista Roland Rainer ha dato vita ad una Solar City, ovvero una città che vive completamente grazie alla luce del sole. Prese le caratteristiche metereologiche del luogo, il genio dell’urbanistica ha chiaramente dedotto che, per quanto possa essere scontato, il sole poteva produrre energia, vista la costante e lunga presenza di luce solare. Case sovrastate da pannelli solari, producono energia per se stessi e il restante lo immettono in un ciclo di distribuzione. Perchè, al posto di spendere 100000 € per piastrellare il bagno, quando invece, si può risparmiare per quella stanza e spendere invece di più per gli infissi. Non di ultima invenzione, esistono degli infissi a tre vetri, fra ogni vetro c’è l’Argon, un gas nobile che non fa passare ne calore ne freddo ma solo luce. In Italia questo è possibile, ma se non arriva in televisione oppure sulle strade con le maxe-pubblicità, nessuno capirà di poter spendere di più alla costruzione della propria dimora, ma di risparmiare per sempre nel riscaldamento. Il piano casa del Governo Berlusconi, se fatto come si deve, avrebbe senza dubbio inserito la possibilità di poter rimodernare le proprie abitazioni con pannelli solari, con riciclo dell’acqua travasata negli scarichi, come l’acqua dei piatti, delle robe, liquido contenente detersivi e additivi chimici. Tutto questo è utilizzabile, basta un sistema di recupero delle acque e farle confluire all’interno del serbatoietto sopra il water. Chiediamo troppo? Penso proprio di no. Quando cambieranno le cose? Spero quando i nonni del XIX secolo andranno in pensione e lasceranno la progettazione e le legiferazione ai posteri, si spera, diversi dagli attuali dirigenti.


  • La fabbrica del non-futuro

    Cosa intendiamo per riforma? Forse, per molti di noi, il termine “riforma” significa revisione totale di un sistema e quindi la rielaborazione di un concetto completamente contenutistico che, in un modo o nell’altro, concentra in esso il senso di un rinnovamento del percorso civile. Niente di più giusto. Peccato però che, nostro malgrado, il Ministro dell’Istruzione, Mariastella Sapienzicida Gelmini e il gattosordo Tremonti pensino che al taglio, corrisponda il miglioramento. In un certo senso, se sai gestire bene la situazione, in qualche modo vai a risanare il debito e allo stesso tempo metti in moto un sistema, come quello dell’istruzione pubblica, che da anni è alla deriva per le numerose “riforme” ad ogni cambio di governo. Secondo voi perchè ogni volta che si insedia un nuovo esecutivo, la prima cosa che si fa è pensare alla scuola? Semplice, la destra abbassa a 14 anni l’obbligo scolastico, così facendo ci saranno sempre più ragazzi con la terza media, come ultima tappa di studi, più ignoranti e quindi persone sempre più facili da agguantare per la gola con le televisioni e con la sfacciataggine di una politica sempre più personalizzata che, invece, indirizzata agli interessi dei cittadini. 8 miliardi di euro in 3 anni, tolti alla Scuola Pubblica: che bellissima demenzialità. Il sistema scolastico, lo possiamo paragonare ad un sistema di produzione e di utilizzo dei materiali. Mi spiego: prendiamo come esempio una fabbrica di olio per macchine, bene, se tu tagli i finanziamenti a quella fabbrica, l’olio non verrà più prodotto o, magari, verrà drasticamente abbassata la produzione a quasi il 20% di ciò che produceva prima. Risultato? Tutte le industrie terze che usavano quel prodotto, per far girare le proprie macchine, non avranno più olio (anche perchè i tagli hanno colpito tutte le aziende di quel determinato settore) e così si blocca anche la produzione che tutte quelle aziende avviavano giorno dopo giorno. Giriamo la cosa in chiave scolastica e capiamo come, senza ombra di dubbio, la chiusura di diverse facoltà universitarie, l’abbassamento dell’obbligo scolastico a 14 anni, il maestro unico (ruolo stressante consideranzo il fatto di sopportare ben 30 alunni per 5 ore di fila), le classi super affollate – che non permettono al docente di seguire lo studente con più attenzione e tanti altri problemi gravi che affliggono il nostro sistema scolastico. La soluzione migliore sarebbe stata quella di scomporre le spese generali dell’istruzione e riformulare le uscite, ma non “chidendo i rubinetti”. Prendiamo esempio da Obama, la prima cosa che ha fatto in tempo di crisi è stata quella smistare nelle scuola americane più fondi, in modo da produrre un avanzamento culturale più alto, rispetto a prima e che garantisse in futuro la presenza di persone competenti, in grado di evitare, almeno, una nuova crisi economica.


  • Quando qualcuno si dimentica di qualcosa

    Da quanto tempo non sento parlare di giovani da parte dei politici, da parte del Governo, da parte delle classi dirigenti. I “cittadini del futuro” sono solo un pretesto, pretestoso, per cambiamenti repentini, volti alla trasformazione della società, ma tutto questo senza vedere e pensare agli interessi degli stessi. Uno spiraglio di luce arriva dagli Stati Uniti: Obama ha commentato con parole commosse e tristi i casi di suicidio di ragazzi omosessuali – vittime dei bulli, a causa della loro scelta sessuale. Il messaggio di Obama, a mio parere, indica due aspetti principali, 1 – guarda ai giovani con forte interesse e soprattutto con grande democrazia, 2 – non discrimina gli omosessuali, anzi li aiuta e li spinge a non aver paura. La lotta al diverso, in Italia, è oggetto di propaganda politica, basti vedere la Lega con le sue idee anti-islamiche e anti-meridionali. In Italia la situazione tra i giovani non è tanto distinguibile da quella citata prima: la discriminazione molte volte è motivo di superbia e di snobbaggine, particolarità delle nuove generazioni e soprattutto delle nuovissime. Considerando le vecchie tradizioni, Obama ha ormai infranto il tabù del potere, un potere che si era presentato distante dalle necessità dei cittadini, che non riusciva a captare i problemi della società, non solo dal punto di vista economico e sociale, ma anche dal punto di vista interpersonale che, senza ombra di dubbio, deve essere sempre al centro dell’attenzione della politica. Impariamo da questo grande uomo cosa sia, veramente, fare politica dal basso puntando in alto.


  • Il futuro sta andando a fuoco

    Da quanto tempo non si costruiscono termovalorizzatori nel nord europa? 9 anni e più, ma in Italia questo non basta per capire che bruciare i rifiuti è un’operazione ormai sciolta come gli stessi imballaggi di RSU finiti in quei maledetti forni. In Europa, in base ad una stima del 2002, ci sono ben 354 impianti di termovalorizzazione, detto anche incenerimento, in 18 Paesi. Di questi 354 siti di smaltimento, una grossa percentuale sono in chiusura, perchè i governi del nord Europa, hanno avviato una politica di riciclaggio, così ben organizzata, che hanno ridotto la produzione di rifiuti solidi urbani, comunemente chiamati rifiuti di raccolta indifferenziata, di ben 50%, come la Germania. Nello stato economicamente più potente d’Europa, gli inceneritori interessano solo il 20% dello smaltimento dei rifiuti, il resto tutto riciclo. In Olanda, sono 11 impianti a funzionare (dati 2002) e ben 4412000 t/anno a finire in fumo, dati che però non significano nulla in confronto a quanto lo stesso Paese Nord-Europeo sta avviando nel proprio territorio, una politica ecosostenibile, propensa all’incremento del riciclaggio, anche con degli incentivi, come cauzioni e riconsegna presso i centri commerciali delle bottiglie di plastica e di vetro, riutilizzabili per il latte e per l’acqua. In Italia, questo sistema di usa-e-riusa c’era, un esempio era l’acqua Gaudianello, con le sue inconfondibili bottiglie verdi in casse gialle, piene di acqua fresca che, una volta finita, aveva come risultato ben 6 bottiglie (in media) di vetro a famiglia da riconsegnare all’azienda imbottigliatrice. In Italia sono ben 51 (dati 2002) gli inceneritori presenti nel territorio nazionale (vedi img). In Puglia ce ne sono diverse di queste zone, tra cui una a Modugno ed 2 a Taranto. Di queste tre, quella di Modugno rimane ferma da anni, dopo essere stata sequestrata, in mancanza di documenti di permesso e anche per l’incompatibilità socio-sanitaria che questo impianto aveva.

    inceneritori in Italia

    Stessa storia a Massafra (sotto-sequestro) e a Statte (non funzionante). Una vittoria per i cittadini pugliesi. Ma guardiamo più attentamente la questione “inceneritore”: In Puglia, dopo quella battaglia a suon di esposti e di inchieste, nel Sud-Est barese la grave mancanza di affidabilità e di capacità di gestione amministrativa ha portato alla chiusura della discarica Martucci a Conversano. Guai estesi anche ai comuni limitrofi, “clienti” di quel sito di “sosta” dei rifiuti. Una discarica chiusa in primo luogo dal TAR della Puglia, poi riaperta del Consiglio di Stato. Un problema messo in stand-by dopo il ricorso del CdS, ma cosa accadrà quando quella discarica sarà piena fino all’orlo, per l’ennesima volta? C’è già chi pensa ad un inceneritore per, come si suol dire, “tagliare la testa al toro”, incurante del grave rischio ambientale e della salute dei cittadini. L’attuale politica crede che sia efficiente un servizio di smaltimento tramite combustione, ma si dimentica di diversi aspetti tecnici. Un comune inceneritore, brucia all’incirca 50000 t/anno di rifiuti e ad ogni tonnellata bisogna, inevitabilmente, associare ben 300Kg di ceneri solide che contengono tra i diversi scarti anche delle nanoparticelle o chiamate anche PM 2 o PM 0,1. Cosa sono queste nanoparticelle: i rifiuti, quando vengono bruciati, si decompongono e diversi elementi rimangono nel fondo del forno, altre volano per le cappe dei termovalorizzatori, riuscendo ad oltrepassare anche i filtri. Il numero 2 o 0,1 presenti dopo la sigla PM, indicano lo spessore delle particelle e quindi ad esempio, i PM 2,5 (nanoparticelle prodotte dai tubi di scappamento delle auto a diesel) sono 1/4 dei PM10 (nanoparticelle già di per se microscopiche e pericolose). Tanto più piccole sono e tanto più facile è la probabilità che vadano a depositarsi nei bronchi, causando infiammazioni, problemi all’apparato respiratorio e nei peggiori casi, veri e propri cancri o malformazioni fetali(vedi figura) a causa della presenza di microparticelle all’interno dello sperma. Basti pensare che, dopo soli 60 secondi, queste microparticelle entrano nel sangue (vedi foto) e in 60 minuti vengono trasportate nel resto del corpo.

    nanoparticelle nel sangue

    malformazione di un bambino a causa degli inceneritori

    La risposta quindi al problema rifiuti, nel XI secolo ci dovrebbe far riflettere sulla “questione riciclo“, in quanto basti pensare all’enorme costo per la costruzione di un inceneritore in media di 120 milioni di euro, tutto al variare della grandezza dell’impianto, ma sempre di milioni parliamo. I soldi da spendere per la costruzione e il mantenimento della centrale a CdR (combustibili da rifiuti), potrebbe benissimo essere investiti nel costruire in ogni centro urbano, un sistema di raccolta differenziata tale, da poter contenere la produzione di RSU e quindi quantitativamente aumentare la produzione di raccolta differenziata, partendo dai luoghi pubblici. Come avviare questo processo? Semplice: predisporre più bidoni della raccolta differenziata in centro e nella periferia e progettare ed attuare la raccolta differenziata “porta a porta”, inserendo all’interno dei portoni dei condomini bidoncini, per venire in aiuto di chi non può girarsi il paese alla ricerca di un bidone della carta, o dell’alluminio, o della plastica, ecc. Parlando di contenitori all’interno dei condomini, lasciatemi dire che non sono un problema, in quanto non hanno nessun problema di odore, in quanto l’organico va messo in altri contenitori (all’aperto).

    PS: Ah! Sapevate che da 800 lattine (numero prodotto in media da una scuola di 600 ragazzi in un mese e mezzo circa) si può ricavare una bellissima bicicletta? Reciclare per credere!

    Diffondi l’iniziativa

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