• VOTA Lavoro & Legalità – SCEGLI Rodotà & Landini

    Stefano Rodotà e Maurizio Landini stanno progettando un nuovo soggetto politico che, di certo, non si presenterà in fretta e furia alle prossime elezioni (anche se su questo dubito che non ci sia un passo frettoloso, vista l’instabilità del governo). Potrebbe chiamarsi “Lavoro & Legalità” – così dice l’Espresso –  giusto per non farci mancare nulla, dopo “Sinistra Ecologia Libertà”, “Amnistia, Giustizia e Libertà”, ecc.

    Ma è un soggetto realmente necessario? È di questo che ha bisogno il nostro Paese? La crisi politica si risolverebbe? Potremmo tutti quanti giovare di questo nuovo soggetto? Dipende, sicuramente gli scottati dall’esperienza Ingroia, ma difficile da immaginare come catalizzatore di speranze e, soprattutto, di voti.

    A mio avviso non serve. Vorrei più che altro vedere Rodotà, Landini, Zagrebelsky al Congresso del PD e magari discutere lì, proprio in quello spazio così tanto additato come il principale responsabile della crisi della politica italiana e del centrosinistra ma che in realtà è strumento di grande cambiamento, se colto nelle giuste misure e soprattutto in tempo.

    Un Partito Democratico con più Rodotà e meno Fioroni, Bindi e Bersani (…) non è un Partito Democratico fallimentare. È giusto dirlo.

    Certo è che si parlerebbe di una partecipazione alla discussione interna per poi elaborare il PD da presentare ai cittadini, ma la prossima, immediatamente prossima (dovrebbe già essere così) classe dirigente del PD dovrà essere formata da volti nuovi, con nuove idee e una nuova chance.

    Ovviamente non dimentichiamoci delle tifoserie politiche, le sto odiando e ho paura che possano annullare il dibattito costruttivo al congresso, l’ho già detto e soprattutto non apprezzo i santoni da adorare, e di santoni ne abbiamo tanti, sia a livello nazionale che a livello locale. È così. Punto.


  • Finalmente contro il femminicidio

    Finalmente il Governo ha varato il Decreto Legge contro il femminicidio e gli atti di cyberbullismo, ormai frequentissimi nel nostro Paese: quasi una donna ogni due giorni viene uccisa o sfregiata dal proprio compagno o ex-marito.

    Un atto dovuto, ma ora dobbiamo coinvolgere la nostra cultura, per sradicare la violenza dalla nostra vita quotidiana. Pensare che il problema si risolva con una legge è da matti. Perciò, non perdiamo il treno. Non facciamolo. Visto che l’Italia ne ha già persi parecchi, troppi, di treni.


  • La sindrome del Nazareno

    Ma io dico, il PD oltre ai problemi collettivi (del Paese, ecco) deve, sempre e comunque, fare i conti con le sue fissazioni?

    È una sindrome particolare, che colpisce tutti coloro che diventano “classe dirigente” del partito, eppure Epifani alla guida della CGIL me lo ricordavo diverso.

    Da una parte ci si preoccupa delle reazioni che potrebbe avere Berlusconi, da un giorno all’altro, dopo la sentenza della Cassazione, dall’altra si studiano attentamente le mosse di Renzi, per paura di vederselo arrivare alla porta con i cartoni per il trasloco da Palazzo Vecchio al Nazareno.

    Un PD così proprio non serve. Se c’è qualcuno che aspetta di sapere la fine di B. per poter creare un nuovo soggetto tra gli orfani del PdL e i 101 del PD, si faccia avanti e vada via dal partito. Non è espulsione, ma magari aiutiamo un po’ di gente a capire cosa voglia fare da grande e magari lasciare ad una nuova generazione, non di rottamatori, non di turchi, niente di niente, solo una nuova generazione di democratici che ha a cuore le sorti del partito.

    Oggi lo dico e lo ripeterò sicuramente, sta situazione mi ha proprio rotto i coglioni. Scusate il francesismo (non ho detto franceschinismo).


  • Una cosa e una cosa

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    © Makkox


  • Richiamiamole “Festa de l’Unità”

    Da quando le Feste de l’Unità si sono trasformate in Feste Democratiche, sono diventate il simbolo di una resa politica tra correnti, secondo me.

    A qualcuno ricordava sicuramente le feste del PCI e ha preferito ribattezzarla con l’attuale nome, però non sarebbe male evocare un po’ di unità, soprattutto in momenti bui come questo.

    Se potessi, ritornerei alle Feste de l’Unità, come hanno fatto a Roma, in un certo senso.


  • Quel vuoto plebiscito

    Berlusconi dimentica l’ultima parte del secondo comma dell’art. 1 della Costituzione: “…nelle forme e nei limiti della Costituzione” che sancisce il limite sacrosanto della sovranità popolare, nel rispetto dei principi costituzionali. “Io sono innocente” gridato alla piazza, non può non farmi venire in mente i più scabrosi scenari politici dei paesi in cui la Democrazia, se così la possiamo definire, è al servizio del potente e non del Popolo.
    Il ritorno a Forza Italia è l’esempio lampante di come nello scenario politico nazionale ci sia stata una regressione anziché un progressivo rinnovamento di idee, volti e progetti.
    Mi spaventa di più la folla che con aitante soddisfazione sollevava lo striscione “ora condannateci tutti”. Quel messaggio è simbolo di una perdita di valori ed è un campanello d’allarme, che ormai suona imperterrito da molto tempo, di come la gente interpreta la politica come un suggestivo ambito da tifoseria anziché di dialogo e dibattito.


  • Ricordando Bologna

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    Mi fermo qui, oggi, con i post quotidiani, ricordando le vittime della strage di Bologna, quel 2 agosto 1980 che lasciò un solco incolmabile sulla pelle del nostro Paese, una voragine ancora oggi presente e forte per la Città di Bologna e tutta l’Italia.
    Onore alle vittime e alle famiglie, con la speranza che si possa dare giustizia a quelle anime strappate dalla mano sanguinaria fascista.
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  • Il corso naturale

    Il processo a Berlusconi ha fatto il suo corso naturale, arrivato in Cassazione ha ricevuto conferma dei 4 anni di reclusione e un rinvio per l’interdizione dai pubblici uffici.

    Siamo di fronte NON ad un caso eccezionale di cui dovremmo stupirci, ma un naturale epilogo: la Giustizia, al cittadino Berlusconi, ha inflitto una condanna basata sui fatti e sulle prove e il caso Mediaset può essere definito non come un caso politico ma come il risultato della responsabilità imprenditoriale di B., di cosa ci preoccupiamo?

    Se oggi il Governo Letta dovesse cadere a causa di questa sentenza, potremo dire, ora, di trovarci davanti ad un caso eccezionale, che in altri paesi europei non sarebbe mai accaduto. Le sorti di un governo nazionale, con problemi ed urgenze da risolvere non può essere al seguito di un soggetto che pur essendo stato protagonista indiscusso negli ultimi 20 anni della politica italiana, oggi si ritrova tra il martello e l’incudine a causa di sue responsabilità oggettive.

    Ciò che mi preoccupa di più, in questo momento, è la posizione del PD o di alcuni del PD. Procedere con una crociata tra pro-inciucio e anti-inciucio fa male al Partito Democratico, l’abbiamo detto più volte e più volte lo dirò.

    Aspettiamo ovviamente i risvolti politici e se il PD entrerà in crisi dopo questo capitolo, ritengo sia doveroso sbaragliare le scuse e porre con chiarezza, su di un tavolo, magari congressuale, le sorti del progetto PD, progetto a cui ho aderito e sento di difendere a spada tratta, con le unghie e con i denti, non da chi è esterno al PD, ma da chi oggi lo guida, con mille errori e regressione al seguito.