Sapete, ho creato questo blog con uno scopo: trasmettere le emozioni che provo, ogni volta, di fronte agli argomenti di cui parlo in questo piccolo spazio web, in questo piccolo appezzamento di terreno cybernetico. Il mio progetto si è allargato ad un manifesto di idee, di considerazioni perenni sull’essere umano, sull’essere persona pensante e indipendente. Ho intenzione di estendere e di sviluppare questo mio sogno, questo mio desiderio attraverso dei video-blog, sul mio canale YouTube. Cosa mi interesserebbe sapere dal mondo? Tutto, e soprattutto ciò che ancora non è parte integrante del mio bagaglio culturale. Il sentimento che mi lega a questo portale, al senso della scrittura, all’amore verso la politica è forte, troppo forte, non potrò mai allontanarmi da questo grande sogno, da questo grande obiettivo, quale appunto il poter sviluppare le proprie idee, i propri sforzi per un determinato obiettivo: i giovani, il lavoro, la scuola e l’università, il senso civico e l’ambiente. Sono le 23.55 del 18/12/10, ho sonno e non riesco più a scrivere. Penso sia arrivato il momento di mettere a tacere la mia tastiera e il mio computer.
Categoria: Politica
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L’Apocalisse del Governo precario
Quel che si pensava che accadesse, è accaduto. Oggi, 14 dicembre 2010, al Parlamento è stata votata la fiducia. Lasciando da parte il Senato, dove la maggioranza è andata su di 30 voti circa, alla Camera è successo qualcosa di paradossale: Berlusconi regge il suo baluardo della politica, su 3 voti “migrati” da sinistra a destra. La bolgia delle bolgie ha un nome, si chiama Gruppo Misto. Il senso del Gruppo Misto è qualcosa si assolutamente assurdo nella sua legale legittimità, un insieme di persone che la pensano diversamente, ma che sono stati eletti con determinati partiti e durante il loro mandato, a volte anche dopo 3 giorni, passano all’altra sponda e fanno, più che le colombe, i piccioni del Governo. Il senso di responsabilità che, chi oggi ha votato a favore del Governo sbandiera a gran voce, non è altro che un senso di corruttibilità morale e di debolezza politica, segno di questo periodo e di tutto quanto il ciclo politico nazionale. 100mila studenti sono scesi in piazza a Roma e in tutto il resto d’Italia, la scena apocalittica che ho visto in televisione era qualcosa di straordinariamente spaventoso. Faccio della mia vita, un senso di non violenza, un senso che mi porterò dietro in tutto quello che farò. Amo la gente sveglia, amo la gente che pensa e che sa pensare, amo la gente che sente dentro di se il senso di appartenenza a questa civiltà incivile culturalmente, politicamente ed economicamente. Siamo il primo Paese occidentale ad aver progettato un sistema di merito scolastico, precisamente all’Università, che corrisponde non alla Borsa di Studio, ma al Prestito d’Onore. Gli studenti, con già un bel sacco di debito sulle spalle, avranno questo prestito dallo Stato che dovranno poi restituire, NON a tasso 0, ma a tasso agevolato e quindi con un leggero aumento dell’importo iniziale. Siamo il primo Paese occidentale che ha sviluppato un sistema di merito che non guarda in faccia nessuno. Bello! Peccato che chi è figlio dell’operaio si vede sorpassato dal figlio dell’imprenditore, sempre e comunque! Peccato però, che il merito debba vedere al reddito, dopo ovviamente il rendimento scolastico. Tuttavia, quanto è stato fatto nella Capitale, ad esempio in Piazza del Popolo, dove i black blocs hanno rovinato quella protesta pacifica e ben organizzata che gli studenti di tutta Italia hanno organizzato in occasione della votazione di fiducia. I centri sociali e questi movimento violenti, sono artefici del cancro della credibilità studentesca e politica che a sinistra e nell’ambito sociale, appartenente agli studenti. Condanniamo la violenza, condanniamo le proteste violenze, comprendiamo tutto, ma il male fatto dalla violenza è equiparabile alla violenza che la Riforma, che il Governo e che Berlusconi riversa in tutto il nostro Paese.
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Le zirconate (11 dic.) – La protesta ad orologeria
Viviamo in un periodo difficile, questo è poco ma sicuro. Studenti in piazza a protestare, parlamentari in piazza per vendersi al miglior offerente. Viviamo in un momento di caos, quale sarà la fine? Ma soprattutto, è tutto oro quello che luccica? Con questa frase intendo ricoprire un aspetto, secondo me, cruciale in materia giovanile: “il troppo stroppia, ma certe volte il troppo è degli stroppiati”. Intendo soffermarmi su un aspetto: quando si manifesta, chi organizza manifestazioni e occupazioni è veramente convinto di quello che fa? In quante parti d’Italia ci sono state manifestazioni? Quanti ragazzi scesi in piazza erano a conoscenza della riforma? Quanti erano convinti di ciò che facevano?! Quanti non sono andati a scuola in questi giorni? E quanti assenti a scuola erano nelle piazze? Guardiamo in faccia il vero problema del nostro paese, un problema forte che se si potesse racchiudere in due parole, affiderei la spiegazione del concetto a “indifferenza” e “ignoranza”.
Con questo articolo si avvia un progetto che spero, tempo permettendo, di riuscire a portare avanti: “Le Zirconate”.
“Le Zirconate” saranno un nuovo modo di esprimere idee, lo farò ogni settimana, lo farò tentando di dare un tocco di originalità al tutto. Sarà una sfida, sperando venga accolta.
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La scuola di nome Vita
A cosa serve la scuola? Molti questa domanda, almeno una volta nella vita se la saranno fatta. Beh, anche io mi sono posto questo quesito e devo dire che la prima risposta la ritrovo ancora oggi, come la più adatta: è il luogo delle esperienze di vita, racchiuse in un libro e nascoste dietro un banco.
La vita è un voto? Siamo forse numeri? Credo proprio di no. Quando a scuola prendiamo un voto, se positivo ci rallegra la giornata, se è negativo ci disperiamo, come se ci fosse capitata una sciagura terribile. E cosa sono a confronto le vere sciagure? Una sacrilega sorte che ci fa arrestare al primo passo della nostra vita?
Cos’è la vita? Un percorso ad ostacoli o un sentiero con tanti incroci? Penso tutti e due. Credo che la vita sia come un’autostrada piena di buche, per la gran velocità con cui si divora l’asfalto, non riusciamo a scansarle tutte. Stessa cosa accade nella vita, troppo veloce, troppo movimentata, pensiamo che tutto sia liscio ma alla prima buca sono pochi quelli che riescono a riprendere il volante e continuare a guidare.
C’è chi pensa che poter arrivare a destinazione, per poter arrivare per primi in una corsa a tempo tra i tuoi coetanei, tra tutti gli uomini, bisogna sapere solo guidare. Molte volte quello che serve è l’ingegno, ma soprattutto la personalità.
Cos’è la personalità? E’ il modo con cui guidi e non il sapere meglio degli altri come guidare. E’ il modo con cui giri il volante. E’ il modo con cui spingi il pedale della tua vita. Se a scuola prendi un brutto voto, non deve fermarti, devi correre, sterzare e passare l’ostacolo. Se credi in te stesso nulla potrà fermarti.
Quando facciamo una cosa, non facciamola mai perchè l’abbiamo vista da un altro. Pensiamo sempre con la nostra testa e torniamo a credere che a fare la differenza è il nostro essere e non il nostro apparire. Prendere 110 e lode all’università, molte volte corrisponde con l’apparire, con l’essere bravi solo a studiare sui libri. Ma all’esterno? Come ci comportiamo con il mondo? Pensate che i dirigenti di tutte le aziende siano laureati con 110 e lode? Pensate che per diventare dirigente serva avere nel curriculum una laurea con 110 e lode? O pensate serva l’esperienza? La modalità di approccio con gli altri? E l’intelligenza emotiva? Fondamentale per un leader, per un dirigente, per un manager di tutto rispetto? Pensate la si possa imparare dai libri? I libri sono fogli, pezzi di alberi trattati, con sopra delle lettere che unite danno un senso alla morte di migliaia di alberi. I libri sono solo lo specchio di ciò che siamo. Ma l’essere è dentro di noi.
Pensiamo a noi. Pensiamo alla nostra vita. Pensiamo alla nostra vita con gli altri. Pensiamo agli altri. Pensiamo a tutto, senza mai perderci per strada. Pensiamo alla vita come una vita piena da ostacoli. Cadrai al primo ostacolo, al secondo, al terzo, al quarto e forse anche al trentesimo, ma l’esperienza ti darà la forza e le capacità per scansare il pericolo. La vita è un gioco, giocaci. La vita è un libro, leggila. La vita è vita, vivila.
Non abbattiamoci. Non soffermiamoci all’apparenza. Siamo noi stessi, sempre!
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Il silenzio delle marmotte
Manca poco al fatidico giorno. Manca poco all’ora in cui B., il suo governo ed il Paese intero sapranno le sorti della politica nazionale: elezioni o governicchio instabile? A dirla così, la situazione pare essere chiara: al Senato della Repubblica il Governo Belusconi ha la maggioranza, infatti il PdL ricopre ben 134 seggi e la Lega Nord esattamente 26, per un totale di 160 seggi e quindi stesso numero di voti a favore del Governo. Ponendo il caso che dal Gruppo Misto contenente 13 senatori una buona parte voti a favore della fiducia con un’oscillazione di 7/8 voti da sommare ai 160 della maggioranza, avremo quindi una situazione pari a 168 possibili voti a favore, contro i 148 voti a sfavore (112 PD, 12 IdV, 10 Fli, 14 UdC & MpA)1. Perciò al Senato il Governo dovrebbe avere la fiducia ad occhi chiusi.
Passando alla Camera, la situazione si fa difficile per l’esecutivo, dove i voti a favore di B. sono 303 (235 PdL, 59 Lega Nord, e 6 del gruppo Misto) ed invece i voti contro sono 327 (206 PD, 24 IdV, 35 UdC, 36 Fli, 6 Api, 5 MpA, e 15 Misto)2.
La situazione pare essere chiara: il cosiddetto “Terzo Polo” ha già redatto la propria mozione di sfiducia e quindi voterà contro il Governo. Se le cose stanno così, abbiamo la certezza che ad una delle due camere, in questo caso alla Camera dei Deputati, il Governo non ha la maggioranza e di conseguenza, in base alla legge, deve rassegnare le dimissioni e lasciare la parola al Capo dello Stato.
L’On. Aprea, presidente della Commissione Istruzione alla Camera, voleva, assieme al Ministro, far passare la Riforma Gelmini prima della votazione di fiducia in modo da essere sicuri al 100% che la riforma sulle università riuscisse a passare alla verifica del Senato. Dopo la conferenza dei capigruppo al Senato, la decisione è stata di rinviare il tutto a dopo la fiducia, licenziando la decisione con la seguente dichiarazione: “Abbiamo deciso di rinviare il DDL Gelmini al Senato a dopo la fiducia, per garantire una stabilità politica necessaria per analizzare e per lavorare concretamente su quella riforma e su tutto l’iter legislativo”.
Attendiamo con fermezza il 14 dicembre ed i possibili inciuci che B. metterà a segno, sempre se riesca a trovare delle prede. La vedo dura.
1. Dati presi dal sito ufficiale del Senato della Repubblica
2. Dati presi del sito ufficiale della Camera dei Deputati
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L’incoerenza fatta a studente
Oggi nel nostro liceo abbiamo sviluppato quello che considero il modo migliore per crescere: INFORMARSI.
Abbiamo suddiviso l’assemblea in due parti, una al classico e un’altra allo scientifico, divisa in 2 parti in modo da ospitare tutte le classi.
In entrambe le assemblee ho notato molto interesse nell’argomento e soprattutto la voglia di sapere e di conoscere, necessaria per dire con assoluta trasparenza che si vuole manifestare e protestare in merito alla riforma.
Come rappresentanti d’Istituto abbiamo fatto ciò che era meglio per tutti: chiedere il vostro parere, democraticamente.
Abbiamo deciso di fare questa assemblea straordinaria per darvi la possibilità di essere informati, di poter sviluppare delle conoscenze in ambito legislativo e soprattutto di farvi un’opinione in merito.
Siamo stati criticati per non aver sviluppato la cosa prima, mi chiedo con che faccia, chi critica, viene da noi dicendo questo: non poteva evidenziare la cosa LUI giorni prima? Abbiamo tanti di quei problemi amministrativi e pragmatici all’interno della scuola, come rappresentanti d’istituto, che è quasi impossibile farla come si deve, visto che non esiste posto che permette l’ospitalità di almeno 400 persone.
Come già annunciato stamattina, c’è stato QUALCUNO, il quale si è pure contraddetto davanti a tutti, che gioca con il fuoco: sta facendo girare voce che sono stato contraddetto ad ogni singola cosa che dicevo, che le persone si rivolgevano nei miei confronti in modo esuberante, gridando e dicendo che non capivo un c***o, che non abbiamo informato i ragazzi, che ho detto solo ed esclusivamente str*****e.
Lascio perdere tali atteggiamenti, licenziando la cosa con una semplice motivazione “io gli ipocriti li uso come zerbini”.
Da tutto questo è emerso che la maggior parte dei ragazzi riteneva opportuno rivotare, e aggiornare il sondaggio fatto questi giorni, bene: lunedì tutti i rappresentanti di classe faranno questo aggiornamento, ma da quanto è emerso, la situazione non sembra sia cambiata di molto.
Dal classico è emerso che c’è chi vuole occupare, bene: nessuno vi vieta di farlo, ma vogliamo le firme dei maggiorenni.
Soprattutto condanno fortemente l’atteggiamento di qualche rappresentante che, presente da solo, non ha nemmeno considerato i propri rappresentanti e ha portato risultati falsati, solo perchè lui era favorevole alla manifestazione e all’occupazione, senza sapere nemmeno di cosa si stesse parlando e che oggi, confermando quanto appena detto, era presente saltuariamente alla conferenza sulla riforma di oggi.
Tutto questo è servito, almeno per noi è sembrata una iniziativa che sicuramente ha dato i suoi frutti. Non mi sono mai lamentato di nulla e tengo a precisare che tutte quante le diffamazioni accese da parte di qualche gruppo presente sia allo scientifico ma soprattutto al classico, non farà altro che evidenziare quanto di scarno ci sia nei loro pensieri e nelle loro opinioni, perchè fronteggiare una persona sulle falsità significa che l’oggetto della diffamazione si sta comportando esattamente al contrario di quanto sostenuto da queste persone. Noi rappresentanti abbiamo il dovere ma soprattutto abbiamo la voglia di mettere sullo stesso piano i due plessi, ma gli studenti ce lo permetteranno? O continueranno a mettere benzina sul fuoco? O saranno gli antagonisti di questo accorpamento? O avranno risentimenti nei confronti dei loro compagni dello scientifico? Sappiate cari diffamatori, che qualsiasi cosa voi diciate non riuscirà a schernirci e ne tanto meno a schernirmi personalmente, anzi, mi rafforza e mi fa capire che non devo mollare e andare avanti, per non lasciare che la scuola degeneri. Come? Attraverso una grande dose di democrazia e di capacità nell’ASCOLTARE, molto importante per un ruolo di questo genere.
Concludo con una frase di Dino Basili “Non è scandaloso avere una verità oggi e una domani. È scandaloso non averne mai”.
Grazie a tutti coloro che hanno reso prezioso il nostro lavoro, grazie!
SE VOLETE RIVEDERE LA PRESENTAZIONE ECCOLA QUI
https://www.davidemontanaro.it/riformappt/riforma.html
tutti i dati sono stati presi dalle fonti di informazione scolastica presenti su internet, potete controllare
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Quando si esagera è troppo
Oggi al senato un gruppo di studenti ha tentato di entrare nell’edificio, con l’intento di sfondare la porta d’ingresso. Un atto del genere va condannato, senza se e senza ma, perchè mina la credibilità degli studenti e delle manifestazioni studentesche.
Le organizzazioni studentesche e i singoli dovranno lavorare per dare credibilità al senso di appartenenza ad un numerosissimo gruppo di malcontenti e di disgrazie sociali. La scuola pubblica italiana sta subendo un forte trauma a causa dell’incapacità da parte del Governo di affrontare il discorso dello sviluppo e dell’investimenti nella ricerca, vera fonte di futuro del nostro Paese.
Mi auguro che queste azioni violente siano SEMPRE isolate e, quando possibile, bloccate dagli studenti stessi.
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Le mille sfumature
Siamo la generazione del XXI secolo
Siamo la generazione del domani
Siamo la generazione delle lauree
Siamo la generazione dell’antimafia
Siamo la generazione dell’antiproibizionismo
Siamo la generazione della televisione
Siamo la generazione della radio abbandonata
Siamo la generazione dell’omertà
Siamo la generazione delle macerie
Siamo la generazione dell’antipolitica
Siamo la generazione della disperazione
Siamo la generazione dell’ansia
Siamo la generazione della tecnologia
Siamo la generazione della musica a palla
Siamo la generazione del non andare a piedi
Siamo la generazione della comodità
Siamo la generazione dei vizi
Siamo la generazione del “ti aiuto al compito” ma poi non spiccichiamo un aiuto
Siamo la generazione dell’”adesso studio”
Siamo la generazione del sesso facile
Siamo la generazione degli stupri
Siamo la generazione dell’ipocrisia
Siamo la generazione del menefreghismo
Siamo la generazione della pirateria audiovisiva
Siamo la generazione del divertimento
Siamo la generazione dello sballo
Siamo la generazione della moda
Siamo la generazione dell’invidia
Siamo la generazione dei social network
Siamo la generazione del “tanto la versione la trovo su internet”
Siamo la generazione del “dimmi come si chiama che lo trovo su Facebook”
Siamo la generazione del porno
Siamo la generazione del sentirsi offeso sempre e comunque
Siamo la generazione della falsa controtendenza
Siamo la generazione dell’apparenza
Siamo la generazione della non-solitudine
Siamo la generazione dei rapporti a distanza
Siamo la generazione del sentito dire
Siamo la generazione dello zaino bello ma piccolo
Siamo la generazione dell’ultimo grido
Siamo la generazione dello sparlare alle spalle
Siamo la generazione del sorriso d’argento
Siamo la generazione dell’alcool
Siamo la generazione dei pub e discoteche
Siamo la generazione delle comitive numerose ma divise
Siamo la generazione dell’incertezza
Siamo la generazione dell’incompetenza
Siamo la generazione della lentezza
Siamo la generazione dei finti giovani
Siamo la generazione della finta raccolta differenziata
Siamo la generazione del “ma tanto non possiamo farci niente”
Siamo la generazione del fidanzamento a 11 anni
Siamo la generazione delle ragazze madri
Siamo la generazione dell’apprendistato a 14 anni
Siamo la generazione dai soldi facili
Siamo la generazione del bello ma non utile
Siamo la generazione dai pantaloni bianchi
Siamo la generazione del rimorchiare su internet
Siamo la generazione dell’auto sportiva
Siamo la generazione delle critiche a prescindere
Siamo la generazione del sentirsi grandi
Siamo la generazione del voler crescere in fretta
Siamo la generazione del romanticismo per convenienza
Siamo la generazione dell’”una botta e via”
Siamo la generazione dei libri romantici
Siamo la generazione distaccata dal mondo
Siamo la generazione delle anomalie
Siamo la generazione dei tagli all’istruzione
Siamo la generazione dei movimenti
Siamo la generazione dei partiti giovanili
Siamo la generazione della cravatta a 50 anni
Siamo la generazione della palestra come moda
Siamo la generazione dello sport 24h/24
Siamo la generazione degli acciacchi incompresi
Siamo la generazione della discriminazione
Siamo la generazione della multi-etnia
Siamo la generazione delle Converse®
Siamo la generazione del maglioncino e la camicia
Siamo la generazione degli anfibi al posto delle scarpe da ginnastica
Siamo la generazione degli Alternativi
Siamo la generazione dei Punk
Siamo la generazione degli Emo
Siamo la generazione di Valerio Scanu
Siamo la generazione di Amici
Siamo la generazione del Grande Fratello
Siamo la generazione del “va tutto male”
Siamo la generazione del “è andato male il compito” e poi prendiamo 9
Siamo la generazione del “non sono stato io”
Siamo la generazione della novità
Siamo la generazione della convivenza
Siamo la generazione dell’omofobia
Siamo la generazione dell’anti-omofobia
Siamo la generazione di tutte le fobie
Siamo la generazione del ritardo
Siamo la generazione dei tacchi a 12 anni
Siamo la generazione del non voler figli
Siamo la generazione dei viaggi lunghi e costosi
Siamo la generazione della crisi economica
Siamo la generazione dell’ascoltare il dio Faber
Siamo la generazione del chiamare “amore” il proprio partner dal secondo giorno insieme
Siamo la generazione di internet
Siamo la generazione dei bracciali rumorosi e/o colorati
Siamo la generazione degli squilibrati
Siamo la generazione della droga
Siamo la generazione del ripudio alla droga
Siamo la generazione del fumarsi 4 pacchetti al giorno
Siamo la generazione del fumo passivo
Siamo la generazione della paura
Siamo la generazione del precariato
Siamo la generazione del sentimento facile
Siamo la generazione fragile
Siamo la generazione del lavoro facile
Siamo la generazione del disinteresse
Siamo la generazione dei pettegolezzi
Siamo la generazione dello scansare gli anziani
Siamo la generazione dei progetti
Siamo la generazione dei sogni nel cassetto
Siamo la generazione dei cassetti bloccati
Siamo la generazione dell’aspirina facile
Siamo la generazione del brusio
Siamo la generazione del prendere in giro
Siamo la generazione del rossetto nero
Siamo la generazione dalle unghie lunghe e colorate
Siamo la generazione dell’inquinamento
Siamo la generazione del terremoto
Siamo la generazione dei morti sotto un pezzo di soffitto di scuola
Siamo la generazione delle cotte facili
Siamo la generazione dei film romantici
Siamo la generazione dell’anticlericalità
Siamo la generazione del disertare la messa domenicale
Siamo la generazione della filosofia fast food
Siamo la generazione dei cibi grassi
Siamo la generazione degli infarti a 14 anni
Siamo la generazione delle amicizie brevi ma intense
Siamo la generazione dei veri amici come i capelli, pochi ma buoni
Siamo la generazione del pretendere
Siamo la generazione del camminare scalzi
Siamo la generazione del “professoressa può non interrogare oggi?”
Siamo la generazione dei doveri mancati
Siamo la generazione del non adempiere al dovere per difendere lo stesso
Siamo la generazione dell’università facile o last minute
Siamo la generazione dell’inglese facile o maccheronico
Siamo la generazione del voler conquistare il mondo
Siamo la generazione del non voler stressarsi
Siamo la generazione degli impegni brevi
Siamo la generazione della spugna gettata prima di subito
Siamo la generazione dell’orecchino e del piercing
Siamo la generazione del conformismo
Siamo la generazione del finto anti-conformismo
Siamo la generazione delle celebrità usa e getta
Siamo la generazione delle canzoni usa e getta
Siamo la generazione del vintage
Siamo la generazione di You Tube
Siamo la generazione del “ci penso io”
Siamo la generazione del “speriamo bene”
Siamo la generazione de “l’orologio al polso è anti estetico”
Siamo la generazione del III Millennio
Siamo la generazione dei mille problemi
Siamo la generazione delle mille sfumature
Siamo noi, tutto qui.