• Saliamo sulla macchina del tempo

    E proviamo a ricordare quello che è stato il panorama politico di qualche mese fa, quali proposte e promesse erano sul tavolo.
    A darci una mano, ci pensa il Prof. Michele Ainis, sul Corriere della Sera.
    Oggi, il ciclo di letture domenicali si sofferma sulle riforme mancate e quelle in lista d’attesa, peggio di un paziente alla ASL.

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  • Politica a gettoni

    Biani


  • Io con questi non voglio starci

    Non ho alcuna intenzione di fare campagna elettorale al fianco di chi ho combattuto e continuo a combattere sul piano politico e umano (perché è anche di questo che si tratta).

    NCD in Campania pare abbia stretto un accordo con il PD e mi è parso di leggere anche il nome della mia Regione. L’ho letto oggi su Il Manifesto e spero sia un errore del giornalista. Lo spero.

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  • Quel cemento senza anima

    © Noci24.it
    Photo © Noci24.it

    Le ultime immagini del Museo dei Ragazzi (un nome, un ossimoro) mi lasciano un amaro in bocca, terribile.

    Quello stabile è stato costruito senza una vera prospettiva, senza un’idea mossa da passione. Il Museo dei Ragazzi (MU.SA. per gli amici), già dal nome rende l’idea di come sia stato progettato, ha la tempistica non dalla sua parte e, a quanto pare, neanche i vandali.

    Era il 2011 e i Giovani Democratici di Noci lanciarono una proposta: un Centro Servizi per le Nuove Generazioni un contenitore, per intenderci, dove associazioni, cittadini e, ovviamente, l’Amministrazione Comunale potessero svolgere attività indirizzate ai giovani, dove poter dar vita ad una biblioteca sociale, offrire spazi per lavori di gruppo, un piccolo cinema e un bookcafè, wi-fi free zone e molto altro. Ma finì tutto nel cassetto della precedente Giunta, con tanto di grazie.

    Dopo quello che è accaduto, vorrei fare la mia proposta: se un centro servizi è irrealizzabile, vorrei che a decidere la destinazione di quel ammasso di cemento siano i cittadini.
    Apriamo un bando per le idee, grazie al quale ognuno possa illustrare il proprio progetto e vederlo realizzato. Scegliamo le idee migliori, mettiamole a sistema e diamo un destino concreto a quella costruzione, a quei soldi pubblici, a quel luogo che una volta era un fiore all’occhiello per la Città di Noci, la piscina comunale.


  • La sintesi è ciò che manca

    Per il resto abbiamo tutto. Non ci manca niente.

    Lo dicevo ieri, lo dico oggi: sono d’accordo con Andrea Baldini, coordinatore nazionale dei Giovani Democratici. Certo, andrebbe argomentata l’ultima affermazione sulle “critiche strumentali”, ma per il resto non fa una piega.


  • Sono d’accordo

    Con quello che dice Andrea Baldini, coordinatore nazionale dei Giovani Democratici.


  • Matera in miniatura

    Matera sarà la Capitale europea della Cultura nel 2019, ormai è ben noto a tutti.
    Questo video mette in evidenza la bellezza della Città, in modo divertente e innovativo.


  • Renzi e Camusso, avete perso entrambi

    Mi sono vergognato un po’ per quello che è successo ieri. Ho visto trionfare la retorica; ho visto scalfite due colonne portanti del mio modo di intendere l’impegno in politica: la vicinanza alle esigenze e ai problemi dei cittadini e l’elaborazione politica.

    Come si può schernire una piazza coperta da un milione di lavoratori e studenti? Perché devo essere costretto ad ascoltare parole dette e ridette da Berlusconi durante i suoi governi? “Con noi c’è la gente che lavora”, ci mancava che qualcuno dicesse “Siete solo dei poveri comunisti!” e la frittata era fatta.

    Come si può chiedere a dei tavoli di una stazione ferroviaria dismessa di fare elaborazione politica? Dove sono finiti i luoghi del partito? Che ne sarà di quei documenti creati in occasione della Leopolda5? Saranno la base di futuri provvedimenti del Governo? Oppure saranno portati all’attenzione del partito e messi in discussione?
    Lo chiedo, perché voglio capire la mia funzione all’interno del PD. Voglio capire se sono solo un volto che deve prendere schiaffi dagli elettori quando cerca di difendere il proprio partito, oppure qualcosa di più.
    Lo chiedo, perché voglio capire se Davide Serra vale di più di tutti i militanti del PD e di chi si spezza la schiena nel trascinare la dignità di una politica che perde valori ogni giorno di più.

    Come si può convocare una piazza sapendo di aver perso in partenza? Sia ben chiaro, non parlo di un fallimento numerico, ma di un fallimento storico. Tanti sono stati coloro che si sono alternati su quel palco, testimonianze importanti, ma quanto, oggi, il sindacato sa leggere la realtà? Anch’esso, come la politica, ha bisogno di rinnovarsi (e farlo meglio) non solo nei volti, ma negli strumenti di comunicazione con i lavoratori, far capire che il sindacato non è una zavorra, ma un soggetto fondamentale in una democrazia. Cambiare rotta, rivoluzionare il mondo del sindacalismo.
    Ci raccontano di realtà in cui i sindacati non esistono, spacciandoli come esempi di sviluppo e crescita, con parole da veri estremisti. E la colpa di chi è? È sempre e solo degli altri? Non credo. La colpa, caro sindacato, è anche la tua, non solo della politica.
    Quella piazza di ieri, era bellissima, ma c’era qualcosa di diverso rispetto alle piazze di qualche anno fa, tipo quella del 2003, quando Cofferati si trovò dinanzi a 3 milioni di lavoratori. Certo, la situazione storica era differente e c’era un Segretario generale come pochi altri, ma la memoria storica dovrebbe ricordarci che un tempo si militava o nel partito o nel sindacato (o in entrambi), mentre oggi calano le tessere dei partiti ed è “sparita”, di fatto, la militanza nel sindacato, non più presente come una volta.
    I sindacati devono rinnovarsi, devono salvare il ruolo che ricoprono, o meglio, dovrebbero ricoprire.
    Di persone impegnate nei sindacati ne conosco, la maggior parte di loro sono persone di valore, che credono in quello che fanno. Non meritano di essere considerate delle zavorre, per colpe non loro.

    Tornando alla politica, al PD, alla Leopolda, a Renzi, credo che il ragionamento sia molto semplice: il PD si sta trasformando in un mero contenitore, dove al suo interno forze politiche distinte si fanno guerra tra di loro, Leopolda da una parte, SinistraDem, ÈPossibile, LabDem, etc. dall’altra. Ma quanto teniamo al Partito Democratico? Sono forse dei prototipi di nuovi partiti da far nascere dopo una ipotetica scissione? Ma dove vogliamo andare? Io mi oppongo a questo scempio.

    Le domande sono tante, ma una cosa è certa: ieri, non c’è stato nessun vincitore, ma solo perdenti. Più di tutti, la dignità.